giovedì 20 gennaio 2011

Pubblico il mio intervento a TPN su l'Isola" di ieri, mercoledì 19 gennaio

Dopo quasi due anni di assenza, ritorno a TPN con la mia rubrica, “l’Isola”.
Ogni mercoledì sarò qui con voi.
Porterò, come sempre dei fatti esprimendo ovviamente anche la mia opinione, ma tutto deve essere supportato dai fatti veri, reali. Le opinioni senza il conforto dei fatti non troveranno spazio nell’Isola.

Ovviamente, questa sera non posso esimermi dal parlare del “caso Ruby – Berlusconi”.
La questione è così macroscopica e incredibile che non è possibile far finta di niente.
Abbiamo il presidente del Consiglio accusato di reati gravissimi: “Concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile”.

Dalle intercettazioni telefoniche emergono fatti così gravi che non si prestano a equivoci. Ragazze di varie nazionalità a cui vengono dati in comodato d’uso gratuito degli appartamenti a Milano2, a disposizione di Cetto Berlusconi in attesa che qualche lenone le porti alla reggia di Arcore per il suo divertimento.
Minorenni che ricattano il nostro presidente del Consiglio, come risulta dalla telefonata intercettata a Ruby, in cui afferma di aver chiesto 5 milioni di euro a Berlusconi: il prezzo del suo silenzio.

Serate “Bunga Bunga” in cui 20 – 30 ragazze si spogliano per il vecchio satrapo, si esibiscono nella lap dance, si fanno toccare da lui davanti a tutti, per poter poi essere scelte e passare la notte con lui ricavandone pacchi di soldi in contanti. Banconote da 500 euro che girano a gogo.

Insomma un quadretto in cui queste giovani donne vengono trattate alla stregua di giocattoli per il sollazzo del Drago.
E pensare che questo è lo stesso Cetto Berlusconi che ha organizzato il “Family Day”.
E’ lo stesso Cetto Berlusconi che voleva togliere le intercettazioni telefoniche alla magistratura. Ora sappiamo il perché!
Con tutte queste gravi accuse provate, documentate dai PM, se Cetto Berlusconi fosse un vero uomo di Stato e che vuole il bene dei suoi cittadini, dovrebbe dimettersi, togliere il disturbo e farsi processare.
Così come avviene nelle normali democrazie quando accadono fatti di questo tipo.
Per esempio, nel 2007 il presidente della Repubblica d’Israele, Moshe Katsav, è stato accusato di stupro e violenze sessuali su delle donne della sua segreteria.
Ha dovuto così dimettersi dalla carica, al suo posto è stato eletto Simon Peres e circa 20gg fa, Katsav è stato giudicato colpevole da un tribunale israeliano. Ora rischia una pena da 4 a 16 anni di carcere che dovrà scontare interamente.

Sempre in Israele,nel 2009 l’ex premier Olmert, dopo un’accusa di finanziamento illecito si è dimesso con queste parole: “ Sono fiero di appartenere ad uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno sotto. Se devo scegliere tra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri”.

E’ troppo pretendere le dimissioni di Cetto Berlusconi dopo tutto ciò che sta emergendo da questa storiaccia? Lui dice che si sta divertendo, gli italiani credo un po’ meno.
Cetto Berlusconi ed i suoi maggiordomi dicono che le accuse sono risibili e non ci sono reati.
Questo, in un Paese normale, lo stabilisce solo un tribunale.
E poi, lo dice l’articolo 54 della Costituzione, un uomo politico che riveste un ruolo pubblico deve svolgerlo “con disciplina e onore”.
Perché, se vedessi il mio sindaco completamente ubriaco in un bar mentre molesta gli avventori, sicuramente non compie un reato ma certamente perde la fiducia mia e di tutti i presenti. Mi pare sia normale.

Purtroppo nel nostro Paese questo non è normale.
Siamo un popolo di guardoni. Un Paese andato a puttane, non metaforicamente
Ormai l’Italia è diventata una repubblichetta delle banane e se Cetto Berlusconi non sarà cacciato, questo, c’è da scommetterlo, non si dimetterà mai.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
Arrivederci a mercoledì prossimo

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