Egr. sig. presidente della provincia di Udine, Pietro Fontanini, ho letto le sue dichiarazioni riguardanti l'Inno di Mameli: "Quando ad alcune cerimonie viene suonato l'inno io non lo canto e non l'ho mai cantato". Perchè? "Ma che parole sono quelle? Io non sono né schiavo di Roma, né sono pronto alla morte. Sono parole che non condivido per niente". Sorprendente la sua ignoranza! A parte il fatto che lei ha avuto già nel passato dei ruoli pubblici importanti sedendo sugli scranni del Parlamento italiano (e sottolineo italiano). Che è stato pure per un breve periodo presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, mi chiedo se nel suo ruolo pubblico attuale possa permettersi di fare queste affermazioni. Lei è presidente di una provincia italiana. Il FVG fa parte dello Stato italiano che ha una Costituzione, una Bandiera ed un Inno. Lei ha il dovere di rispettare i simboli nazionali. Se vuol fare il rivoluzionario lo deve fare svestendosi dei panni istituzionali. La provincia di Udine appartiene tutt'ora al territorio italiano.
Comunque, per colmare la sua ignoranza dell'inno nazionale, le propongo la strofa a cui ha fatto riferimento nell'intervista con la spiegazione delle parole usate visto che il testo è stato scritto dal giovane Mameli nel 1847. Il suo significato è totalmente diverso da quello che lei crede sia.
Eccolo:
Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, si!
Spiegazione:
l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 A.C. sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.
Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.
coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.
Distinti Saluti
Anilo Castellarin
Nessun commento:
Posta un commento