sabato 9 luglio 2022

Combattere la povertà non i poveri

L’Istat ci dice che i poveri in Italia sono 5,6milioni. Persone che non si sfamano sufficientemente. Nella sua relazione l’Istat ci dice anche che grazie al Reddito di Cittadinanza i poveri sono un milione in meno. Poi sottolinea che un salario su tre è sotto i 1000 euro mensile. E con un’inflazione quasi a due cifre questi salariati, molto probabilmente, cadranno nella povertà. Eppure il governatore Visco nel suo intervento all’Abi, la Confindustria delle banche, ha dichiarato per l’ennesima volta che è “bene che i salari non aumentino per l’inflazione”, sempre dall’alto del suo stipendio di circa 500mila euro annui! Senza dimenticare l’arroganza del presidente della Confindustria Bonomi, che ha chiamato l’Italia “Sussidistan” perché ha adottato il Reddito di Cittadinanza.

Sull’occupazione l’Istat mette in fila dei numeri che spaventano. Ad esempio, la caduta dell’occupazione nel 2020 causa Covid, è stata la più ampia d’Europa, dietro solo alla Grecia e Bulgaria. Nel 2001 è risalita dello 0,6% molto al di sotto di Paesi come la Francia, Germania e Spagna. Poi abbiamo 5 milioni di lavoratori a tempo determinato, quindi precario, e part time involontari. Nel privato solo 6,5 milioni di lavoratori sono a tempo indeterminato. E circa 4 milioni guadagnano meno di 12 milioni di euro lordi all’anno.

Come si vede un quadro allarmante che dimostra che c’è un disagio economico e quindi sociale che dovrebbe far drizzare le antenne a Draghi, che in diverse circostanze si è dichiarato contrario a quegli strumenti che servono a lenire in parte situazioni umane drammatiche.

Un Paese civile dovrebbe combattere la povertà non i poveri.

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