Stiamo assistendo nella striscia di Gaza ad un genocidio, ma in Occidente la vita continua come se niente fosse. Eppure c’è un documentario di Al Jazeera, “The Night Won’t End” che ci fa vedere delle immagini che fanno accapponare la pelle: un bambino scheletrico morto di denutrizione; teste di bambini schiacciate dalle macerie; un padre che piange il suo bambino insanguinato e morto.
Scene che
toccano. The Lancet, la prestigiosa rivista medica ha stimato che i morti nella
Striscia sono 186mila, l’8% della popolazione prebellica. Tutte le strutture
per un vivere civile sono state distrutte come gli ospedali, l’acqua è
contaminata e un inquinamento terrificante tra spazzatura varia e detriti che
rendono la vita impossibile per quelle persone che ci abitano.
Secondo
Clara Mattei, ci sono 20mila bambini orfani che si aggirano tra le rovine di
Gaza e mezzo milione stanno morendo per il blocco degli aiuti umanitari voluto
dal governo Netanyhau. E dopo queste mostruose cifre, c’è ancora qualcuno che
parla di Israele come l’unica democrazia di quei luoghi.
Lo scorso
mese, il Congresso americano ha approvato una norma che vieta al Dipartimento
di Stato di fornire questi numeri.
Rashida
Tlaib, una rappresentante del Congresso di origine palestinese ha così
commentato questa norma: “Stiamo
osservando il governo di apartheid israeliano compiere un genocidio a Gaza in
tempo reale e questa norma è un tentativo di nasconderlo”.
E mentre,
come vediamo, la gente muore ogni giorno o sotto le bombe o per gli stenti, la
Chevron a ripreso a estrarre gas sulle coste di Gaza. E il giorno dopo l’invasione
terrestre nella Striscia, il governo israeliano ha concesso 12 licenze per esplorare
nuovi giacimenti di gas.
Quando nel
dopoguerra sentivo degli eccidi perpetrati dai nazisti, inorridivo pensando a
quei tedeschi che vivevano vicino ai campi di sterminio nazisti e che non
reagivano a tale mostruosità, ebbene su Gaza i cittadini occidentali non vedono,
non sentono, non parlano. Siamo come i “bravi” cittadini tedeschi sotto Hitler.
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