Stanno venendo al pettine le tante menzogne che Berlusconi ed i suoi cortigiani hanno gettato a piene mani durante il “caso Alitalia”.
L’amministratore delegato della nuova Alitalia, Rocco Sabelli, in un’intervista sul nuovo libro di Vespa, ha dichiarato che la fusione di Alitalia con Air France – Klm sarà inevitabile. Sabelli precisa che raccomanderà agli azionisti, “una fusione con Air France per confluire in un aggregato più grande”.
Questa fusione si rende necessaria a causa della dimensione troppo piccola dell’Alitalia per poter stare nel mercato del trasporto aereo. Fondendosi con il colosso franco olandese, la compagnia aerea italiana, grazie a queste partnership, potrebbe resistere sul mercato globale.
Naturalmente, dopo queste affermazioni dell’ad, ci sono state le inevitabili smentite sia dal presidente Alitalia, Colaninno sia da Berlusconi.
E’ in tutta evidenza che questa operazione farebbe emergere la truffa che è stata perpetrata ai danni degli italiani da Berlusconi & C.
Come molti sanno, Prodi, durante il suo governo, si impegnò per salvare la nostra compagnia aerea cercando un socio che consentisse all’Alitalia di sopravvivere e anche chiudere il periodo delle gravose perdite di bilancio.
L’Air France era disposta ad accollarsi il debito ed avrebbe anche pagato un prezzo importante per acquisire la compagnia. Aveva pure garantito che i licenziamenti sarebbero stati contenuti.
Poi sappiamo com’è andata.
Berlusconi, era la primavera del 2008 prima delle elezioni politiche, con il petto in fuori, durante la campagna elettorale, dichiarò più volte che l’Alitalia avrebbe dovuto rimanere italiana e quindi non essere venduta ai francesi.
Poi, vinte le elezioni, spacchettò la compagnia, dividendola in una buona ed in una cattiva. La buona si prese la polpa che andò alla cordata dei cosiddetti “capitani coraggiosi”, i debiti se li prese la cattiva, che cadde sul groppone degli italiani. Il costo stimato di questa assurda e vergognosa operazione, si aggira a circa 3 miliardi di euro che l’erario ha dovuto sborsare.
Ora, come nel gioco dell’oca, siamo ritornati, come volevasi dimostrare, al punto di partenza: Alitalia non ha la dimensione per poter competere con compagnia aeree enormemente più grandi. E’ come se un commerciante pretendesse di far concorrenza alla grande distribuzione con un negozio di pochi metri quadri. Basta che questi grandi decidano di schiacciarlo e questo piccolo concorrente sarà costretto a chiudere l’attività.
Ora, però, il problema è salvare la faccia del re Sole di Arcore. E’ chiaro che se questa fusione si farà adesso o tra qualche anno com’è ormai nelle cose, emergerà con chiarezza, anche a chi ha una fetta di salame agli occhi, che egli ha usato l’italianità dell’Alitalia per fare campagna elettorale. E gli enormi costi umani (diverse migliaia di licenziamenti) ed economici, che questa operazione ha messo sulle spalle dei contribuenti italiani, dovranno essere addebitati al re Sole di Arcore ed ai suoi cortigiani e maggiordomi.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
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