Da tempo sentiamo sia da destra, ma anche da sinistra, che il ministro dell’Economia Tremonti è un ottimo ministro, che ha tenuto saldi i cordoni della borsa e che in questa difficile congiuntura economica è riuscito a salvare il nostro Paese dal default.
Da tempo si legge che diversi ministri si stanno lamentando con Tremonti, perché fa tagli troppo robusti ai loro ministeri. Anche Berlusconi si lamenta di questo stato di cose.
E così il messaggio che passa tra la gente è che lui, il re Sole di Arcore, è legato mani e piedi dall’intransigenza di Tremonti. Vorrebbe fare di più, ma il ministro Tremonti non vuole allargare la borsa.
Durante la visita nel Veneto alluvionato di Berlusconi e Bossi, così ha riferito il sindaco di Padova Zanonato, hanno promesso aiuti importanti, ma hanno detto i due: dovremmo convincere Tremonti ad allentare la borsa.
Per cui l’alibi della mancanza dei finanziamenti è già belle pronto.
E’ il classico gioco delle parti.
Berlusconi vorrebbe spendere, finanziare tutti e tutto, ma il cattivo Tremonti non glielo permette.
E allora vediamo se è vero che Tremonti decide sopra la testa di Berlusconi senza tener conto delle sue richieste.
Vi ricordate il taglio dell’Ici alle prime case, anche di pregio, voluto da Berlusconi all’inizio della legislatura? Tremonti ha scritto e dichiarato più volte di aver previsto in anticipo la crisi mondiale del 2008, ma ha comunque accettato l’ordine del re Sole e così è stata tolta l’unica imposta fiscale federale: l’Ici, con un costo per l’erario di circa 3 miliardi di euro, mettendo in ambasce molti comuni che ora stanno boccheggiando.
Ed poi il “caso Alitalia”. Da qualunque parte se la giri, questa operazione voluta sempre dal re Sole di Arcore, è stato un atto scellerato che è costato oltre 3 miliardi di euro per lo Stato e, anche in questa circostanza, Tremonti non ha fiatato.
Ed allora mi chiedo: se Tremonti fosse quel personaggio preparatissimo e bravissimo, che non guarda in faccia nessuno per tenere i conti dello Stato in ordine, perché ha accettato questi diktat di Berlusconi costati parecchi miliardi di euro alle casse dello Stato.
Non posso pensare che Tremonti fosse d’accordo su queste due operazioni nefaste per la fiscalità generale, visto che aveva capito prima di molti altri, grazie alla sua bravura, l’arrivo del terremoto economico che dalla metà del 2008 sta squassando l’economia mondiale.
La verità è molto semplice.
Molti fascisti che amavano il Duce, credevano che tutto ciò che non andava nel Paese era dovuto all’insipienza dei suoi consiglieri. Perché lui era per antonomasia, bravo, buono e capace. Mentre coloro che gli erano più vicini, erano sicuramente degli incapaci arrivisti che hanno portato l’Italia al disastro. L’errore secondo gli esegeti del Duce, è che lui ha dato ascolto a questi consiglieri che non valevano neanche una sua unghia.
Così, quando Berlusconi se ne andrà sconfitto, per gli orfani berlusconiani, la colpa sarà di Tremonti e compagnia cantando. Il re Sole, per antonomasia, non può aver fatto errori, non sbagliava. Mai.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
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