Venerdì 19 scorso, è uscita la motivazione della sentenza di condanna del sen. Dell’Utri, dalla Corte d’Appello di Palermo,
Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi, era stato condannato a 7 anni di prigione per “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Nella motivazione emerge il ruolo di cerniera di Dell’Utri, tra la mafia siciliana e Berlusconi fino al 1992.
Se questa sentenza fosse confermata anche dalla Cassazione, sarà definitivamente appurato lo stretto rapporto dell’attuale presidente del Consiglio con Cosa nostra, tramite i buoni uffici di Dell’Utri.
Una notizia che fa tremare i polsi.
I quotidiani nazionali e molti nel mondo, il giorno dopo la avevano collocata sulle prime pagine come tra le più importanti della giornata.
Una sentenza di tribunale mette nero su bianco che un capo di governo di un grande Paese occidentale, attraverso il suo braccio destro, ha avuto rapporti ravvicinati con la mafia siciliana.
Eppure, nel Tg uno delle 20.00 di venerdì scorso, questa notizia non è stata data!
Per i telespettatori che si informano su ciò che avviene nel nostro Paese solo attraverso questo telegiornale, questo grave fatto non esiste.
Ma, il giorno dopo sabato, il direttorissimo Minzolini si è superato. Dopo l’omissione del giorno prima, nel Tg uno delle 13.30, ha avuto la sfacciataggine di ospitare un'intervista di Marcello Dell’Utri sulla sentenza che lo riguardava. Ovviamente i telespettatori ignari di questo fatto, visto che non ne erano stati informati, si saranno chiesti di cosa parlasse questo senatore. Questi, naturalmente, spiegava ai telespettatori del Tg uno, che la sentenza di condanna era un grave errore di un tribunale di parte e quindi ingiusto.
Rifaceva il processo pro domo sua senza contraddittorio e con l’intervistatore che si guardava bene di fare delle domande che potessero metterlo in difficoltà.
Insomma una marchetta bella e buona.
Su questo episodio di disinformazione in perfetto stile sovietico, nessun esponente del PDL e di quella Lega, che attraverso il ministro Maroni dichiara un giorno si e l’altro pure di essere in prima linea contro la malavita organizzata, ha alzato la benché minima protesta.
Anzi, durante la trasmissione dell’Annunziata “in mezz'ora” di oggi, usando dei toni in puro stile da vecchio democristiano, Maroni, si è trincerato dietro la solita banale formuletta usata ipocritamente da molti nel nostro disgraziato Paese, ossia: la Costituzione dice che un cittadino è innocente fino a quando non è stato condannato definitivamente in Cassazione. Le sentenze d’Appello, secondo il ministro che dovrebbe combattere i delinquenti, non sono probanti, anche se sappiamo che l’ultimo giudizio in Cassazione, non entra nel merito del processo ma ne controlla solamente la legittimità
Questi leghisti nati duri e puri, sono diventati dei rivoluzionari in pantofole o forse peggio.
Svegliamoci prima che sia tropo tardi.
O forse lo è già.
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