Ecco gli amici capi di Stato, più cari a Berlusconi: Putin, Gheddafi, il presidente bielorusso Lukascenko e il presidente del Kasakhstan, Nazarbayev.
Putin lo conosciamo come un duro ex KGB, il famigerato servizio segreto comunista dell’Unione Sovietica. Un uomo accusato di aver introdotto in Russia, dopo la caduta del comunismo, un regime autoritario. E dai files di Wikileaks viene a galla l’immagine di un Paese in mano alle mafie.
Gheddafi credo lo conoscano tutti visto che guida da oltre 40 anni con metodi dittatoriali la Libia.
Lukashenko è uno degli ultimi dittatori comunisti. Al potere da decenni in Bielorussia, uno Stato poverissimo dove i diritti umani sono ignorati.
Anche Nazarbayev, guida il Kasakhstan da molti anni e la Costituzione da lui voluta, gli permette di restare al potere per sempre. Di questo personaggio, nell’incontro di Astana a casa di questo satrapo orientale durante il vertice dell’Osce, il Nostro lo ha esaltato a tal punto che, senza arrossire di vergogna, davanti agli altri capi di Stato ha dichiarato, che il 92% del suo popolo lo stima e lo ama. Un encomio imbarazzante.
A questo punto, credo che se Berlusconi fosse stato coevo dei vari Stalin, Hitler, Mussolini o Franco, molto probabilmente anche con questi assassini si sarebbe trovato a proprio agio se questi banditi fossero stati utili ai suoi interessi personali.
Certo, al re Sole di Arcore, calza a pennello il vecchio adagio popolare:
dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
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