giovedì 23 dicembre 2010

Le balle sulla guerra alle mafie

Berlusconi ed i suoi reggicoda, quando parlano di mafie, dichiarano che il loro governo è quello che ha “fatto di più” per combatterle. Poi ti elencano i numerosi arresti dei più pericolosi latitanti e si gonfiano il petto ricordando tutti i miliardi sequestrati alle varie mafie.
E allora mettiamo dei punti fermi indiscutibili, perché sono fatti.
Cominciamo col dire che gli arresti dei latitanti non li fanno i ministeri degli Interni o della Difesa. Il merito va alle forze dell’ordine coordinate dalle Procure. Maroni e La Russa su queste catture centrano come i cavoli a merenda.
Per quanto riguarda i sequestri dei beni mafiosi, è bene ricordare la legge approvata dal governo del re Sole di Arcore. La legge n° 125 del 24 luglio 2008 che ha modificato la precedente in cui per sequestrare i beni mafiosi, servivano solo: “sufficienti indizi” della loro provenienza illecita.
Cioè, bastava l’indizio e non la prova. La nuova legge prevede invece che possono essere confiscati soltanto i beni che risultino frutto di attività illecite, quindi c’è: “bisogno della prova”.
Ora, anche chi non ha fatto studi giuridici nota la differenza abissale tra “sufficienti indizi” e “bisogno della prova”. Trovare degli indizi per accertare che il possessore di quei beni è colluso con la mafia e che questi sono i proventi dovuti all’attività malavitosa e quindi confiscabili, è diverso che trovare le prove che quei beni sono il frutto della loro attività mafiosa.
Certamente quando nel luglio 2008 il governo del PDL e Lega hanno votato questa norma, i mafiosi hanno stappato lo champagne. E’ inutile girarci attorno: questa è una legge che favorisce la malavita organizzata, altro che: “mai nessun governo ha combattuto la mafia così duramente”.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi
O forse lo è già.

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