L’ex presidente della Repubblica d’Israele, Moshe Katsav, dimessosi nel 2007 dopo essere stato accusato di stupro e violenza sulle donne, è stato ora giudicato colpevole dal tribunale distrettuale di Tel Aviv. Rischia una pena da quattro a sedici anni di carcere.
Il tribunale ha ritenuto che le deposizioni dell’ex presidente della Repubblica erano “infarcite di menzogne”.
Questa condanna di Katsav si somma ad un altro caso avvenuto nel 2009 e che ha visto coinvolto l’ex premier israeliano, Ehud Olmert.
Anche Olmert si è dovuto dimettere dalla carica dopo essere stato accusato di corruzione.
Quando si dimise pronunciò un discorso che colpì molti, disse: “Sono fiero di appartenere a uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno di sotto.
Se devo scegliere fra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri”.
E allora viene spontaneo chiedersi: Ma in Israele sono tutti matti da manicomio visto che un presidente ed un premier sono stati costretti alle dimissioni dopo essere stati accusati di gravi delitti, oppure sono gli italiani da ricoverare in manicomio che accettano quasi senza battere ciglio, a parte qualche minoranza, che il proprio presidente del Consiglio, accusato di reati gravissimi, si possa fare delle leggi ad personam per sottrarsi alla giustizia, gridando come un ossesso al complotto di magistrati comunisti?
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
Nessun commento:
Posta un commento