Renzi,
in un'intervista a Radio24, al giornalista che gli chiedeva conto
degli scontrini sui pranzi, cene ed i viaggi all'estero quand'era
presidente della provincia e poi sindaco di Firenze, ha così
risposto:
“La
vicenda sui miei scontrini è totalmente inventata. Trovo abbastanza
imbarazzante che, a fronte di una vicenda totalmente inventata, da
una settimana io debba rispondere su questa questione”.
Ma
si da il caso che lui NON abbia mai risposto a queste domande.
E'
da oltre una settimana che il Fatto Quotidiano
pubblica ogni giorno degli scontrini con i relativi costi dei
ristoranti e dei viaggi, chiedendo i nomi dei partecipanti e le
motivazioni istituzionali che giustificano quelle spese.
Sono
soldi pubblici ed un politico ha l'obbligo di fare chiarezza.
I
dati sono noti perché la Corte dei Conti e la Procura fiorentina,
avevano dal 2012 avviato una verifica sulle spese di rappresentanza
sostenute da Renzi, nei tre anni in cui era presidente della
provincia di Firenze, spendendo 600mila euro per pasti e altre
centinaia di migliaia di euro per dei viaggi all'estero.
Fatture
nelle quali è impossibile conoscere le causali visto che sono
indicate con la dicitura, “pasto unico”, come i 1260 euro pagati
al ristorante “da Lino”, oppure i 1855 alla “Taverna del
Bronzino” o i 1224 spesi in un sol colpo al “Caffè Nannini”,
una pasticceria.
Tutte
fatture saldate con bonifici della Provincia.
E
Renzi, il chiacchierone per antonomasia, anche se è stato
sollecitato più volte a dare delle spiegazioni per poi renderle
pubbliche, non risponde, rimane muto come un pesce!
Sentite
ora in un'intervista al Fatto Quotidiano cosa dice tra
l'altro, Lino Amantini, titolare del rinomato ristorante fiorentino
“Da Lino”.
Il
giornalista gli chiede se si ricorda Renzi come suo cliente, visto
che non ricorda le date dei pasti?
Risponde
Amantini: “Ma scherza? Matteo era sempre qui, mai solo e portava
la qualunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni
prima di avere l'ultimo figlio venne con l'Agnese qui, aveva il
pancione”.
E
quando il giornalista gli chiede se, come vuole la leggenda, nel suo
ristorante ci sia la “saletta Renzi”.
Amantini
risponde: “Leggenda un corno, è questa dove siamo seduti ora.
Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui
dentro? Un'infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in
Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma, m'è calato
parecchio l'incasso. Gliel'ho mandato a dire da Luca (Luca
Lotti, il
braccio destro di Renzi a palazzo Chigi), che ogni tanto
passa ancora: digli (a Matteo)
che gli fo causa uno di questi giorni”.
Sembra
di sentire i ristoratori ai bei tempi della prima Repubblica, quando
i personaggi del mondo politico erano i migliori clienti dei
ristoranti più alla moda, tanto pagava sempre Pantalone, lo Stato.
E
poi le trasferte all'estero.
Ad
esempio, per un suo viaggio di sei giorni a Santa Clara in
California, la provincia di Firenze pagò 26.775 euro.
E
dopo aver vinto le primarie del PD per candidarsi a sindaco di
Firenze, Renzi, varca nuovamente l'Atlantico accompagnato da Marco
Carrai e da un assessore, al costo di 45mila euro.
Solo
nel 2007, sempre a spese della provincia di Firenze, il nostro amato
presidente del Consiglio ha effettuato sette viaggi negli Stati
Uniti.
A
Washington il 2 novembre sempre del 2007 scende per una notte
all'Hotel Four Seasons saldando un conto di 1859 euro, per poi
spostarsi a Boston ed in un giorno spende altri 1769 euro.
Ma
anche da sindaco di Firenze non si è fatto mancare nulla sempre a
spese dei contribuenti.
Ad
esempio, si è recato a Johannesburg in Sudafrica per consegnare il
premio “Fiorino d'oro” a Nelson Mandela.
E
probabilmente c'è ancora molto altro che deve venire allo scoperto.
Ma
a spanne, mi pare che Matteo nostro, abbia abusato dei ruoli pubblici
che ha occupato e occupa, spendendo e spandendo a piene mani denaro
dei contribuenti e il nuovo aereo presidenziale è la dimostrazione
plastica delle sue manie di grandezza.
Comunque
sia, Renzi non ha ancora chiarito e reso pubblici i dettagli dei
pasti e dei viaggi che la Corte dei Conti sta indagando.
Perché
non bisogna dimenticare, Matteo Renzi ha costretto il sindaco di
Roma, Ignazio Marino a dimettersi per 20.000 euro di scontrini
rendicontati male, per cui per coerenza, il minimo che dovrebbe fare
è chiarire e rendere pubblici le motivazioni perché la Provincia e
il Comune di Firenze, hanno dovuto pagare alcune centinaia di
migliaia di euro per i suoi pranzi, le sue cene ed i suoi numerosi
viaggi all'estero.
Lo
dovrebbe fare non foss'altro per rispetto dei cittadini che credono
ancora in lui.
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