giovedì 22 ottobre 2015

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 22 ottobre 2015


Renzi, in un'intervista a Radio24, al giornalista che gli chiedeva conto degli scontrini sui pranzi, cene ed i viaggi all'estero quand'era presidente della provincia e poi sindaco di Firenze, ha così risposto:
La vicenda sui miei scontrini è totalmente inventata. Trovo abbastanza imbarazzante che, a fronte di una vicenda totalmente inventata, da una settimana io debba rispondere su questa questione”.
Ma si da il caso che lui NON abbia mai risposto a queste domande.
E' da oltre una settimana che il Fatto Quotidiano pubblica ogni giorno degli scontrini con i relativi costi dei ristoranti e dei viaggi, chiedendo i nomi dei partecipanti e le motivazioni istituzionali che giustificano quelle spese.
Sono soldi pubblici ed un politico ha l'obbligo di fare chiarezza.
I dati sono noti perché la Corte dei Conti e la Procura fiorentina, avevano dal 2012 avviato una verifica sulle spese di rappresentanza sostenute da Renzi, nei tre anni in cui era presidente della provincia di Firenze, spendendo 600mila euro per pasti e altre centinaia di migliaia di euro per dei viaggi all'estero.
Fatture nelle quali è impossibile conoscere le causali visto che sono indicate con la dicitura, “pasto unico”, come i 1260 euro pagati al ristorante “da Lino”, oppure i 1855 alla “Taverna del Bronzino” o i 1224 spesi in un sol colpo al “Caffè Nannini”, una pasticceria.
Tutte fatture saldate con bonifici della Provincia.
E Renzi, il chiacchierone per antonomasia, anche se è stato sollecitato più volte a dare delle spiegazioni per poi renderle pubbliche, non risponde, rimane muto come un pesce!
Sentite ora in un'intervista al Fatto Quotidiano cosa dice tra l'altro, Lino Amantini, titolare del rinomato ristorante fiorentino “Da Lino”.
Il giornalista gli chiede se si ricorda Renzi come suo cliente, visto che non ricorda le date dei pasti?
Risponde Amantini: “Ma scherza? Matteo era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l'ultimo figlio venne con l'Agnese qui, aveva il pancione”.
E quando il giornalista gli chiede se, come vuole la leggenda, nel suo ristorante ci sia la “saletta Renzi”.
Amantini risponde: “Leggenda un corno, è questa dove siamo seduti ora. Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un'infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma, m'è calato parecchio l'incasso. Gliel'ho mandato a dire da Luca (Luca Lotti, il braccio destro di Renzi a palazzo Chigi), che ogni tanto passa ancora: digli (a Matteo) che gli fo causa uno di questi giorni”.
Sembra di sentire i ristoratori ai bei tempi della prima Repubblica, quando i personaggi del mondo politico erano i migliori clienti dei ristoranti più alla moda, tanto pagava sempre Pantalone, lo Stato.
E poi le trasferte all'estero.
Ad esempio, per un suo viaggio di sei giorni a Santa Clara in California, la provincia di Firenze pagò 26.775 euro.
E dopo aver vinto le primarie del PD per candidarsi a sindaco di Firenze, Renzi, varca nuovamente l'Atlantico accompagnato da Marco Carrai e da un assessore, al costo di 45mila euro.
Solo nel 2007, sempre a spese della provincia di Firenze, il nostro amato presidente del Consiglio ha effettuato sette viaggi negli Stati Uniti.
A Washington il 2 novembre sempre del 2007 scende per una notte all'Hotel Four Seasons saldando un conto di 1859 euro, per poi spostarsi a Boston ed in un giorno spende altri 1769 euro.
Ma anche da sindaco di Firenze non si è fatto mancare nulla sempre a spese dei contribuenti.
Ad esempio, si è recato a Johannesburg in Sudafrica per consegnare il premio “Fiorino d'oro” a Nelson Mandela.
E probabilmente c'è ancora molto altro che deve venire allo scoperto.
Ma a spanne, mi pare che Matteo nostro, abbia abusato dei ruoli pubblici che ha occupato e occupa, spendendo e spandendo a piene mani denaro dei contribuenti e il nuovo aereo presidenziale è la dimostrazione plastica delle sue manie di grandezza.
Comunque sia, Renzi non ha ancora chiarito e reso pubblici i dettagli dei pasti e dei viaggi che la Corte dei Conti sta indagando.
Perché non bisogna dimenticare, Matteo Renzi ha costretto il sindaco di Roma, Ignazio Marino a dimettersi per 20.000 euro di scontrini rendicontati male, per cui per coerenza, il minimo che dovrebbe fare è chiarire e rendere pubblici le motivazioni perché la Provincia e il Comune di Firenze, hanno dovuto pagare alcune centinaia di migliaia di euro per i suoi pranzi, le sue cene ed i suoi numerosi viaggi all'estero.
Lo dovrebbe fare non foss'altro per rispetto dei cittadini che credono ancora in lui.

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