Papa
Francesco, recentemente ha detto:
“La
Chiesa ha indicato al mondo che non ci può essere confusione tra la
famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.
Naturalmente,
visto che l'argomento è di stretta attualità, molti cattolici si
sono impadroniti delle parole del Papa.
Su
questo tema Repubblica ha dedicato un lungo articolo di Vito
Mancuso, un teologo cattolico di fama, autore di diversi saggi sul
cattolicesimo.
Cercherò
di fare un riassunto del suo intervento, perché lo trovo importante
per capire certe dinamiche religiose e sociali, sperando di coglierne
il senso vero.
Mancuso
dice di non essere rimasto sorpreso della frase di Francesco.
E'
lo stesso copione che tutti i suoi 263 predecessori avrebbero potuto
tenere, ovvero:
“la
famiglia fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo,
appartiene al sogno di Dio e della sua Chiesa per la salvezza
dell'umanità”.
Per
cui tutte le altre forme di unioni affettive e permanenti sono per il
Papa:
“uno
stato oggettivo di errore”.
Per
questo che solo la famiglia ecclesiastica merita definirsi famiglia,
mentre a tutte le altre spetta il termine di “unione”.
Ma
è proprio vero che la famiglia secondo la chiesa cattolica romana,
corrisponde al disegno di Dio?
Oppure
è anch'essa una espressione nata in un certo momento della storia e
quindi in un altro momento destinata a tramontare, come sta avvenendo
nelle società occidentali?
Com'è
accaduto nella cattolicissima Irlanda dove recentemente si è tenuto
un referendum che ha cambiato la Costituzione e ora persone dello
stesso sesso possono sposarsi.
Ma
la chiesa di Roma fa fatica a prenderne atto.
Nelle
lingue della Bibbia, poi, casa e famiglia sono sinonimi, per cui dire
“Casa di Davide” è lo stesso di “Famiglia di Davide”: si
rimanda cioè al casato, comprendendo mogli, figli, schiavi,
concubine, beni mobili e immobili.
Quindi
le lingue della rivelazione di Dio, scrive sempre Vito Mancuso, non
conoscono il termine famiglia nel senso usato dalla dottrina
cristiana cattolica tradizionale e ribadita dal Papa.
La
stranezza aumenta se si apre la Bibbia.
In
essa si legge che: “L'uomo lascerà suo padre e
sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno un'unica carne”.
(Genesi 2,24).
Ma
se si analizzano le esistenze degli uomini scelti da Dio quali
veicoli della sua rivelazione, si vedono scenari diversi sulle
forme di famiglia.
Abramo
ebbe 3 mogli: Sara, Agar e Keturà.
Giacobbe
2, Esaù 3, Davide 8 e Salamone 700.
A
parte Salamone che, come dice Mancuso, eccedette, non c'è una sola
parola di biasimo nella Bibbia a loro riguardo.
Che
dire quindi:
LA
PAROLA DI DIO È CONTRO IL DISEGNO DI DIO?
Oppure sono testi che vanno
interpretati storicamente?
Ma se i testi biblici vanno
interpretati storicamente, come non affermare che va interpretato
storicamente anche il modello attuale di famiglia della Chiesa
cattolica?
Siamo così sicuri che il
matrimonio cattolico sia coerente con le parole di papa Francesco,
secondo cui:
“Il nome di Dio è
misericordia”.
Mancuso afferma che Dio non
pensa alla famiglia scritta nel Codice di diritto canonico.
Pensa piuttosto ad un mondo
in cui gli esseri umani vivano in relazioni armoniose esplicitate in
diversi modi e che trovano compimento nell'amore.
Ogni
persona è chiamata all'amore: questo è il senso più profondo della
vita umana, secondo la rivelazione cristiana.
Sicché nessuno deve poter
essere escluso dalla possibilità di un amore pieno, totale, anche
pubblicamente riconosciuto.
Per questo ci si sposa:
perché il proprio amore, da fatto privato, acquisti una dimensione
pubblica.
Per cui la nascita di alcuni
esseri umani con UN'INESTIRPABILE INCLINAZIONE SESSUALE verso persone
del proprio sesso, è un fatto: essi devono strutturalmente rimanere
esclusi dalla possibilità dell'amore integrale?
In realtà l'aspirazione
all'amore integrale dev'essere riconosciuto come DIRITTO INALIENABILE
DI OGNI ESSERE UMANO, acquisito alla nascita.
L'amore
integrale è un diritto nativo, primigenio, radicale e riguarda la
radice stessa dell'essere umano e nessuno ne può essere privato.
Cosa
vuol dire che “il
nome di Dio è misericordia”
per chi nasce omosessuale?
E' facile dire che DIO È
MISERICORDIA.
Ma è difficile quando ci si
trova davanti alla richiesta di riconoscimento della piena dignità
da parte di chi per secoli ha dovuto REPRIMERE LA PROPRIA IDENTITÀ.
La MISERICORDIA si può
esercitare solo modificando la propria visione del mondo, ovvero
INFRANGENDO IL TABÙ DELLA DOTTRINA CRISTIANA.
Ed
è qui, scrive sempre Vito
Mancuso, che papa
Francesco si gioca buona parte del valore profetico del suo
pontificato.
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