giovedì 28 gennaio 2016

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 28 gennaio 2016


Papa Francesco, recentemente ha detto:
La Chiesa ha indicato al mondo che non ci può essere confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.
Naturalmente, visto che l'argomento è di stretta attualità, molti cattolici si sono impadroniti delle parole del Papa.
Su questo tema Repubblica ha dedicato un lungo articolo di Vito Mancuso, un teologo cattolico di fama, autore di diversi saggi sul cattolicesimo.
Cercherò di fare un riassunto del suo intervento, perché lo trovo importante per capire certe dinamiche religiose e sociali, sperando di coglierne il senso vero.

Mancuso dice di non essere rimasto sorpreso della frase di Francesco.
E' lo stesso copione che tutti i suoi 263 predecessori avrebbero potuto tenere, ovvero:
la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al sogno di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell'umanità”.
Per cui tutte le altre forme di unioni affettive e permanenti sono per il Papa:
uno stato oggettivo di errore”.
Per questo che solo la famiglia ecclesiastica merita definirsi famiglia, mentre a tutte le altre spetta il termine di “unione”.
Ma è proprio vero che la famiglia secondo la chiesa cattolica romana, corrisponde al disegno di Dio?
Oppure è anch'essa una espressione nata in un certo momento della storia e quindi in un altro momento destinata a tramontare, come sta avvenendo nelle società occidentali?
Com'è accaduto nella cattolicissima Irlanda dove recentemente si è tenuto un referendum che ha cambiato la Costituzione e ora persone dello stesso sesso possono sposarsi.
Ma la chiesa di Roma fa fatica a prenderne atto.
Nelle lingue della Bibbia, poi, casa e famiglia sono sinonimi, per cui dire “Casa di Davide” è lo stesso di “Famiglia di Davide”: si rimanda cioè al casato, comprendendo mogli, figli, schiavi, concubine, beni mobili e immobili.
Quindi le lingue della rivelazione di Dio, scrive sempre Vito Mancuso, non conoscono il termine famiglia nel senso usato dalla dottrina cristiana cattolica tradizionale e ribadita dal Papa.
La stranezza aumenta se si apre la Bibbia.
In essa si legge che: L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno un'unica carne”. (Genesi 2,24).
Ma se si analizzano le esistenze degli uomini scelti da Dio quali veicoli della sua rivelazione, si vedono scenari diversi sulle forme di famiglia.
Abramo ebbe 3 mogli: Sara, Agar e Keturà.
Giacobbe 2, Esaù 3, Davide 8 e Salamone 700.
A parte Salamone che, come dice Mancuso, eccedette, non c'è una sola parola di biasimo nella Bibbia a loro riguardo.
Che dire quindi:
LA PAROLA DI DIO È CONTRO IL DISEGNO DI DIO?
Oppure sono testi che vanno interpretati storicamente?
Ma se i testi biblici vanno interpretati storicamente, come non affermare che va interpretato storicamente anche il modello attuale di famiglia della Chiesa cattolica?
Siamo così sicuri che il matrimonio cattolico sia coerente con le parole di papa Francesco, secondo cui:
Il nome di Dio è misericordia”.
Mancuso afferma che Dio non pensa alla famiglia scritta nel Codice di diritto canonico.
Pensa piuttosto ad un mondo in cui gli esseri umani vivano in relazioni armoniose esplicitate in diversi modi e che trovano compimento nell'amore.
Ogni persona è chiamata all'amore: questo è il senso più profondo della vita umana, secondo la rivelazione cristiana.
Sicché nessuno deve poter essere escluso dalla possibilità di un amore pieno, totale, anche pubblicamente riconosciuto.
Per questo ci si sposa: perché il proprio amore, da fatto privato, acquisti una dimensione pubblica.
Per cui la nascita di alcuni esseri umani con UN'INESTIRPABILE INCLINAZIONE SESSUALE verso persone del proprio sesso, è un fatto: essi devono strutturalmente rimanere esclusi dalla possibilità dell'amore integrale?
In realtà l'aspirazione all'amore integrale dev'essere riconosciuto come DIRITTO INALIENABILE DI OGNI ESSERE UMANO, acquisito alla nascita.
L'amore integrale è un diritto nativo, primigenio, radicale e riguarda la radice stessa dell'essere umano e nessuno ne può essere privato.
Cosa vuol dire che “il nome di Dio è misericordia” per chi nasce omosessuale?
E' facile dire che DIO È MISERICORDIA.
Ma è difficile quando ci si trova davanti alla richiesta di riconoscimento della piena dignità da parte di chi per secoli ha dovuto REPRIMERE LA PROPRIA IDENTITÀ.
La MISERICORDIA si può esercitare solo modificando la propria visione del mondo, ovvero INFRANGENDO IL TABÙ DELLA DOTTRINA CRISTIANA.
Ed è qui, scrive sempre Vito Mancuso, che papa Francesco si gioca buona parte del valore profetico del suo pontificato.















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