Nel
2009, il governo
Berlusconi, per
volontà dell'allora
ministro dell'Interno Maroni e
la complicità del Guardasigilli Alfano,
istituì
il reato di
immigrazione clandestina.
Era
una bandierina innalzata da una destra oscurantista, che i giuristi
già allora bollavano come un obbrobrio, una stupidata populista.
Per
cui Renzi, quando stava scalando il potere, si fece portabandiera di
coloro che volevano abolirla.
Ora
pare fosse uno scherzo.
Per
il momento non se ne fa nulla.
Ecco
cosa dichiara Angelino Alfano, attuale ministro dell'Interno, in una
intervista rilasciata a Repubblica sul reato di clandestinità.
E'
un condensato di tutto ciò che NON dovrebbe essere la
politica.
Dice
Alfano: “Il reato di clandestinità non ha
funzionato e non funziona ma non possiamo abolirlo perché la gente
in questi momenti si spaventerebbe”.
Traduzione:
il reato di clandestinità è una boiata che non serve a nulla, ma
serve a tranquillizzare gli italiani, trattandoli in tal modo da
imbecilli e candidamente confessa che sta accarezzando la pancia dei
cittadini meno preparati, cercando il consenso nelle forme più
basse.
Mentre
Renzi avrebbe dovuto abolire questo reato, perché il Parlamento, con
una legge delega del 2 aprile 2014, dava questo mandato al suo
governo.
La
delega era stata approvata con i voti del PD, Ncd, Sel e M5S,
Allora,
Renzi, l'aveva salutata come una sua vittoria personale.
Invece
grazie ad una classe politica cialtrona che bada solo al consenso
immediato, chissà quando questo obbrobrio giuridico verrà azzerato
da questo governo solo “chiacchiere e distintivo”.

Ad
esempio il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, un magistrato
in prima linea su questo fronte, dichiara:
“Che
(questa legge) non è stato un deterrente al fenomeno
(immigrazione), ma ha
ostacolato le indagini ed ha intasato inutilmente gli uffici
impegnando cancellieri e segretari in migliaia di
singoli processi”.
“Ad
Agrigento gli indagati sono 25mila, tanti quanti sono sbarcati
dal 2014”, e visto che nel 2015 gli sbarchi sono quasi raddoppiati
rispetto al 2014, la norma non ha avuto nessun effetto deterrente”.
Prosegue
sempre il procuratore di Agrigento:
“Per
ognuno di essi si deve aprire un fascicolo, iscrivere il nome spesso
falso nel registro degli indagati e salvo i casi di rifugiati,
arrivare ad una condanna di 5mila euro che, chi arriva
senza neanche le scarpe, non può pagare”.
Ad
Agrigento, “i 13 Pm che hanno aperto 50mila fascicoli in 3 anni,
non ricordano una sola condanna eseguita, una sola multa pagata”.
Anche
Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo,
dice che il reato di immigrazione clandestina è
un ostacolo alle indagini, e
i dati ci dicono che non ha
avuto nessuna
funzione dissuasiva.
Per
poi continuare:
“Se
(un migrante) viene sentito come imputato può tacere
trincerandosi dietro la facoltà di non rispondere o peggio depistare
le indagini.
Mentre
se è sentito come persona informata sui fatti, è obbligato a
parlare e dire la verità.
Inoltre,
evitando di sentire il migrante come imputato, lo Stato risparmia,
perché non ci sono i costi del difensore d'ufficio nelle fasi
dell'audizione e fino alla conclusione del processo”.
Infatti
questa legge impegna migliaia di magistrati, avvocati, poliziotti,
cancellieri, interpreti e per fare un solo esempio sui costi, visto
che questi immigrati non se lo possono permettere, un avvocato
d'ufficio per questo tipo di cause costa mediamente allo Stato 500
euro.
Insomma
questa norma è un disastro sotto ogni profilo, eppure grazie al più
becero populismo passa l'assioma ridicolo e falso per cui il
politicante che ritiene utile il reato di immigrazione clandestina
come un fatto legalitario e di contrasto all'immigrazione selvaggia,
per una buona parte della popolazione è ritenuto un uomo politico
cazzuto, a questo proposito mi viene in mente quello che usa tante
felpe... mi pare si chiami Matteo Salvini, “il cattivista
per antonomasia”, mentre chi vorrebbe abolirlo è
un “buonista imbelle”, incapace di gestire questa fase
storica di immigrazione selvaggia.
Qualche
hanno fa, un signore (si fa per dire) gratificava l'elettore che
votava il partito suo antagonista, come un “coglione”.
Ora,
invece, questi renzoidi, alfanoidi e compagnia cantando, ci dicono
che gli italiani essendo degli imbecilli non capirebbero.
Io
penso, sia giunta l'ora di svegliarci prima che sia troppo tardi e
mandare a quel paese questi pifferai magici e quegli apprendisti
stregoni che nascondendosi dietro a degli stupidi slogan, ci
raccontano fiabe più adatte ai bambini che a cittadini consapevoli.
Ma
forse è troppo tardi.
L'Italia
è già una repubblica delle banane.
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