Qualche giorno fa il presidente
Mattarella era a Sassari per commemorare i dieci anni dalla scomparsa dell’ex
presidente Cossiga.
Cossiga per Mattarella è stato un
buon presidente della Repubblica che aveva speso la sua vita per il bene del
Paese.
Poi leggo un articolo di Massimo Fini
sul Fatto che ha ricordato un libro della Mondadori uscito nel 1994, “Io, Bossi
e la Lega” di Gianfranco Miglio, a quel tempo considerato l’ideologo della Lega
Nord di Bossi.
Riportava un passo del libro su
Cossiga .
Cossiga, a quel tempo presidente
della Repubblica, il 26 maggio del 1990 telefonò a Miglio in tono arrabbiato
delle frasi che fanno rabbrividire: “Dì
ai tuoi amici leghisti che sono indignato con loro: devono piantarla. Non mi
mancano i mezzi per persuaderli. Rovinerò Bossi facendoli trovare la sua
automobile imbottita di droga; lo incastrerò. E, quanto ai cittadini che votano
per la Lega li farò pentire: nelle località che più simpatizzano per il vostro
movimento aumenteremo gli agenti della Guardia di Finanza e della Polizia; anzi
li aumenteremo in proporzione al voto registrato. I negozianti e i piccoli e
grossi imprenditori che vi aiutano verranno passati al setaccio: manderemo a
controllare i loro registri fiscali e le loro partite Iva; non li lasceremo in
pace un momento. Tutta questa pagliacciata della Lega deve finire”.
Toni che ricordano il KGB e la Gestapo.
Cossiga non smentì ciò che aveva
scritto Miglio e neppure lo querelò, ed i media passarono sotto silenzio questo
fatto inaudito in una democrazia occidentale!
Vorrei perciò avvisare Mattarella: un
personaggio simile che usava questi metodi, sicuramente non faceva il bene
degli italiani.
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