La Lega di
Casarsa ha segnalato che in uno stabile del comune opera “un centro islamico che funge anche da moschea”.
La deputata
leghista sacilese Gava ha presentato un’interrogazione parlamentare su questo
fatto al ministro dell’Interno.
Nell’interrogazione
ha spiegato che secondo delle segnalazioni di cittadini, in un locale casarsese
sono state viste entrare numerose persone, anche da altri comuni, che lasciano
le scarpe all’ingresso come è d’obbligo fare nei luoghi di preghiera islamici.
Secondo Gava,
questi assembramenti sono pericolosi durante questa emergenza Covid.
Sempre la
Gava scrive che ha denunciato questi fatti alle forze dell’ordine perché quello
che sta accadendo in questo locale “non
solo violerebbe le norme per la regolamentazione dei luoghi di culto e le
disposizioni assunte per il contenimento della pandemia, ma soprattutto starebbe
esponendo i cittadini a gravi rischi sanitari”.
Quanta
ipocrisia!
Nascondersi
dietro l’emergenza Covid per bloccare un luogo dove si incontrano dei musulmani
e tipico di chi non ha il coraggio delle proprie azioni.
Lo sanno
anche i sassi che i leghisti vecchi e nuovi sono sempre stati contrari alle aperture
di luoghi di culto islamici.
Calderoli
anni fa spargeva liquami di maiale per impedire un’apertura di una moschea in
Lombardia!
E poi il suo
boss Salvini, fino a pochi giorni fa irrideva coloro che gli suggerivano di
usare la mascherina e le altre attenzioni sanitarie per difendersi dal virus.
Per cui, cara
Gava, abbia il coraggio di chiamare le cose per nome: non è per l’emergenza
Covid che è intervenuta, bensì per una possibile apertura di un luogo di culto
islamico.
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