Com’è possibile che la Regione dia un permesso trentennale alla Kronospan per emungere da due pozzi artesiani “un quantitativo annuo non superiore a 133mila 5oo metri cubi di acqua per usi industriali e uso potabile da falda sotterranea in comune di S.Vito mediante due pozzi presenti…”. Un cubo fa 10 ettolitri. Fate voi il totale. Tutto questo creerà nelle falde acquifere del sanvitese uno sconquasso pazzesco. E pensate: questo provvedimento è della Direzione centrale difesa dell’ambiente (sigh) energia e sviluppo sostenibile (doppio sigh). E poi i politicanti triestini e non solo vorrebbero che l’acqua prodotta dai pozzi artigiani privati fosse regolamentata per salvaguardare questo bene prezioso. Mentre permettono ad una azienda perché promette 200 assunzioni, di usare acqua potabile per usi industriali, distruggendo anche la storia locale, visto che i pozzi sono sempre esistiti nel nostro territorio. Lo ricordava nei suoi scritti anche Pasolini.
Ma coloro che a Trieste fanno queste scelte credono di aver a che fare con degli imbecilli? Per cui io spero che i comuni di S.Vito, Casarsa ecc. si muovano e facciano sentire la propria voce su questo fatto davvero gravissimo. Se questo non avverrà, è la prova provata che la politica, anche quella piccola delle piccole realtà, è sotto il giogo di quel potere nel quale la salute, il benessere dei cittadini non conta nulla se va contro gli interessi della razza padrona.
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