Da Meloni e da tutti i trombettieri dei media di destra hanno gridato al successo del governo per la vicepresidenza acquisita da Fitto nella nuova Commissione Europea.
E’ tutta gloria
vera? No, la realtà è un po’ diversa.
Intanto le
vice presidenze sono sei di vari gradi. Quella di prima fascia ce l’ha la
Spagna con la socialista Ribera e la Francia con il liberare Sejourné. Fitto è
in seconda fascia. La Francia ha la presidenza della Bce Lagarde. La maltese Metsola
è stata riconfermata presidente del Parlamento. La presidenza del Consiglio
europeo è andata al portoghese Antonio Costa. E gli Esteri alla estone Kallas.
La
Commissione è gestita da 15 membri del Partito Popolare, da 4 socialisti e da 5
liberali sui 27 totali, per cui Fitto, che è del gruppo Conservatori Ecr, è
isolato all’interno visto che è l’unico commissario della destra. Poi le sue
deleghe sono Coesione e ricerca, ruoli secondari. Si occuperà della gestione
del Pnrr però insieme al lettone Dombrovskis che vigilerà da “falco” sui conti
pubblici anche italiani. Insomma l’Italia in questa spartizione di poltrone ne
esce ridimensionata visto che è uno dei Paesi fondatori e il terzo finanziatore
dell’Ue. Contiamo poco nella Bce visto che l’ex nostro rappresentate in seno
alla banca europea non c’è più Panetta che godeva di un buon prestigio, ma poi
Meloni l’ha nominato governatore della Banca d’Italia. Ora col sostituto contiamo
molto meno.
E per finire
la Von der Leyen. Essa sta tradendo, per venire confermata alla giuda della
Commissione, i valori di pace e sociali che erano storicamente già acquisiti in
Europa. Infatti sta portando l’Ue ad una economia di guerra con il pericolo che
questa si trasformi e si allarghi in una guerra nucleare.
Insomma, credo che le nomine europee non consentono di dichiarare vittoria, come fanno i trombettieri della destra.
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