In un recente convegno all’Area Science Park a Trieste, si è discusso dell’energia nucleare. E’ stato detto che la fusione, attenzione non la fissione, nucleare sarebbe il raggiungimento di un obiettivo risolutore per la definitiva decarbonizzazione che tuttora serve per produrre energia. Non produce scorie ed è sempre disponibile perché a differenza delle rinnovabili, non dipende dalle condizioni ambientali.
Attualmente
molti istituti di ricerca stanno studiando questi problemi. Uno molto importante
si trova nel sud della Francia. E’ composto da ricercatori di Russia, Cina,
Giappone, Usa, India, Corea del Sud e Unione europea. Tra i relatori del
convegno era presente una ricercatrice dell’Istituto, Rossella Rotella che ha
dichiarato che “il nostro obiettivo è provare la possibilità di produrre energia da
fusione entro gli anni ’40”. Ottimisticamente la dott. Rotella ha previsto
che la produzione di eventuali centrali nucleari a fusione, possano entrare in
funzione negli anni ’50. E poi continua: “E’
il meglio che adesso possiamo riuscire a fare”. Gli investimenti occorrenti
sono dell’ordine di miliardi di euro. Il loro lavoro di ricerca è estremamente
pericoloso, tant’è che la temperatura che si raggiunge è più alta di
quella che si trova nel Sole: 150 milioni di gradi Celsius.
E’ stata poi fatta una previsione che tra 10 anni avremo un raddoppio della domanda di
energia rispetto all’attuale.
E per finire
il direttore generale dell’Enea e anche componente del Cda di Area science
Park, Giorgio Graditi, ha parlato che negli anni ’30 ci sarà il dispiegamento
di piccoli reattori modulari di terza generazione, per arrivare nel 2050 a reattori di quarta generazione, sempre
naturalmente a fissione, con i soliti problemi dello smaltimento dei rifiuti
non ancora risolto.
E questo per
rispondere a coloro che continuano a parlare di nucleare di quarta generazione da
usare subito, quando in realtà non esiste. Vero Michelangelo Agrusti?
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