Uno dei più famosi e importanti direttori d’orchestra del mondo, il russo Valerij Gergiev, non dirigerà il concerto alla Reggia di Caserta programmata per il 27 luglio. La sua colpa è di essere un amico del presidente russo Putin. Il ministro della cultura Alessandro Giuli ha dato il suo pieno e convinto sostegno a questa scelta degli organizzatori.
Forse la
scelta è giusta, ma sono stati usati due pesi e due misure rispetto a Israele.
Sia Putin che Netanyahu hanno un mandato d’arresto dalla Corte Penale
Internazionale per crimini di guerra. Sono entrambi dei criminali per aver
scatenato guerre che sono costate centinaia di migliaia di morti.
Però da
febbraio 2022, dopo lo scoppio della guerra di aggressione all’Ucraina da parte
della Russia, gli atleti russi sono stati esclusi da ogni avvenimento sportivo
internazionale. Possono partecipare ai vari tornei a titolo personale, come ad
esempio i tennisti, ma se vincono non verrà suonato il loro inno nazionale.
Cosi come le squadre russe di calcio sia nazionali che di club sono escluse da
tutte le competizioni. Così hanno deciso l’UEFA e la FIFA.
Mentre per
Israele la musica cambia completamente. Come scrive Paolo Ziliani sul Fatto, Israele è stata espulsa dalla Confederazione
Calcistica Asiatica vent'anni fa a causa del conflitto palestinese e con altri Stati arabi.
L’UEFA, l’associazione che dirige il calcio europeo, dopo che Israele era
rimasta per vent’anni emarginata, ha deciso di accogliere lo Stato ebraico
nonostante non sia un Paese europeo.
E con un
genocidio in corso, fra qualche tempo Israele giocherà allo stadio Friuli di
Udine contro l’Italia per la qualificazione al mondiale. E come prassi all’inizio si suoneranno gli inni nazionali. E sicuramente parteciperanno alcune autorità israeliane.
Questo è un
esempio incontrovertibile: i morti palestinesi e arabi sono dei cittadini di serie B. Altrimenti pure Israele come la Russia dovrebbe essere espulsa dal consesso
sportivo e non solo, mondiale. Mentre Israele gode di tutti i diritti calcistici europei anche
se è un Paese asiatico. Addirittura, quando la CPI chiese l’arresto di
Netanyahu, la Meloni, Salvini e Tajani hanno rassicurato Il criminale israeliano che, se fosse venuto in Italia, non l’avremmo arrestato.
Vergognoso!
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