Qualche giorno fa sono morti tre operai edili nel napoletano. Sono caduti da un’altezza di circa 20 metri a causa del ribaltamento del cestello del montacarichi mentre stavano lavorando su un tetto. Avevano 67, 62 e 54 anni.
Io penso che
a 67 anni e a 62 anni certi lavori pericolosi e usuranti come gli operai in
questione avrebbero dovuto essere in pensione.
Per lavorare
a quelle altezze, erano al settimo piano, si deve essere in forma e anche
relativamente giovani. Ma l’età pensionabile si allontana di anno in anno.
Eppure,
alcuni cittadini privilegiati se ne vanno in quiescenza prima di tanti comuni
cittadini lavoratori.
Il caso del
(ex?) generale Vannacci è emblematico. Dopo essere stato eletto nell’europarlamento, a febbraio è andato in pensione. Vannacci, ora anche vice segretario della Lega,
ha 56 anni e 44 (quarantaquattro!) anni di contributi, ovviamente non di servizio.
I militari godono di alcuni privilegi, come raddoppiare stipendio e relativi contributi se vanno in missioni in
zone di guerra. E questo mi sembra alquanto bizzarro: il militare di carriera le
missioni di guerra o di peace keeping dovrebbero essere il loro mestiere.
Invece se sono mandati a fare il loro lavoro fuori dalle loro caserme, guadagnano
molto di più e raddoppiando anche gli anni di contribuzione per la pensione.
Ecco perché
Vannacci a 56 anni se ne è andato in pensione con 44 anni di contributi.
E questo non
mi pare equo rispetto ai due signori ultrasessantenni morti nel napoletano.
Oltretutto,
il vice segretario della Lega Vannacci, oltre i circa 5mila euro della pensione
è pure eurodeputato con i guadagni che conosciamo. Al giornalista che gli
chiedeva sulla sua pensione baby, Vannacci ha risposto seccato: “Non capisco perché vi fate gli affari miei?”.
Ma lui essendo un uomo pubblico dovrebbe sapere che i suoi affari, oltre che
fare notizia, sono anche nostri di cittadini che pagano le tasse e vorrebbero
che in questo Paese non ci fossero figli e figliastri.
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