Se il segretario della Nato Rutte, come dimostrato nel post precedente, è un’ameba, anche l’Italia si dimostra senza spina dorsale e succuba di Trump. Il caso della relatrice speciale dell’Onu sui diritti umani nei territori occupati dagli israeliani, l’italiana Francesca Albanese, le reazioni del governo sull’ennesimo esempio di idiosincrasia a rispettare le regole di Trump, sono state flebili.
Alla
cittadina italiana Francesca Albanese gli Usa hanno imposto delle sanzioni nei
suoi confronti che sono una violazione della Convenzione dell’Onu sui privilegi
e le immunità.
La “colpa”
dell’Albanese è di aver scoperchiato ufficialmente il genocidio che si sta
compiendo a Gaza e in Cisgiordania da parte di Netanyahu con la complicità
degli Stati Uniti. Alle sanzioni, Albanese ha risposto così: “E’ stato scioccante venire a sapere delle
sanzioni imposte a mio carico dall’amministrazione Trump” I potenti,
sostiene, stanno provando a zittirla per aver difeso coloro che non hanno alcun
potere “se non quello di stare in piedi e
sperare di non morire, di non vedere i propri figli massacrati: questo non è un
segno di potere, è un segno di colpa”.
Né il
presidente della Repubblica Mattarella, né il capo del governo Meloni, né il
ministro degli Esteri Tajani, hanno condannato Trump per questo sgradevole
esempio.
Ormai in
questo Paese la posizione di molta classe dirigente politica ed in specie del
Governo Meloni, è di un servilismo indecente coi presidenti Usa. Non sanno difendere la dignità dell’Italia.
Sono dei camerieri al servizio dello sceriffo di Washington, naturalmente senza offesa per i camerieri.
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