Garantisti a giorni alterni.
Il caso
della Salis nell’Europarlamento è emblematico.
Ilaria Salis
è una europarlamentare dei Verdi e Sinistra. L’Ungheria ha chiesto che le venga
tolta l’immunità per poterla trascinare a processo in cui è accusata di lesioni
cagionate a dei neonazisti nel Paese di Orban.
Ecco alcuni
interventi prima che l’assemblea decida.
Il vice
segretario della Lega Vannacci ha dedicato un video alla Salis affermando che è
sicuramente colpevole, invitandola a farsi ospitare nelle prigioni ungheresi,
augurandoli pure molti anni di permanenza.
Procaccini e
Mantovani, europarlamentari di FdI, hanno criticato la Commissione Affari
giuridici che ha votato contro la richiesta magiara di toglierli l’immunità e
che poi sarà votata dall’Assemblea, parlando di strappo alle regole.
Eppure nel
Parlamento italiano, sia la Lega che FdI nello stravolgimento in corso sulla
Giustizia, hanno abolito l’abuso d’ufficio con un ipergarantismo peloso che
sembra sempre più un’impunità per i colletti bianchi, per la razza padrona.
Sono quei
partiti che affermano senza arrossire che un imputato è non colpevole fino al
terzo grado di giudizio, mentre per la Salis loro hanno già il verdetto di colpevolezza in tasca con il processo ancora in corso.
Vannacci nel
suo video contro Salis, ha spiegato dall’alto della sua competenza giuridica,
che l’immunità serve a coprire il parlamentare per quello che riguarda la sua
specifica funzione di parlamentare. E questo mi pare giusto, ma Vannacci ed i
suoi colleghi di cui sopra, dimenticano un fatto eclatante che si sta svolgendo
da mesi nel nostro Parlamento: Daniela Santanché.
Il
centrodestra unito, ovvero FdI, Lega e FI stanno cercando disperatamente con
tutti i cavilli possibili, di bloccare il processo in corso in cui la ministra Santanché
è indagata per dei fatti che non
centrano nulla con la sua attività ministeriale.
Questa non è
politica, ma un gioco di squadra che squalifica come politicanti chi fa degli
equilibrismi semantici per salvare una propria “sorella” anche con metodi che
con il garantismo non hanno nulla a che fare, ma che assomigliano tanto all’impunità.
Alla faccia
de’: La legge è uguale per tutti.
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