Sempre a proposito dello sceriffo di Washington e dei suoi “valori Occidentali”.
Ecco cosa
prescrive l’Ordine esecutivo di Trump n° 14203 del 6 febbraio scorso, riguardo
la Relatrice speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani nel Territori
occupati da Israele, Francesca Albanese. Con quell’Ordine, Trump ha deciso che i suoi eventuali beni negli Usa siano
bloccati, e che poi si estendono anche in Europa in cui le si impedisce di
aprire un conto corrente bancario , compresa la possibilità di usare e
possedere una carta di credito. Tutto questo perché nel suo ruolo all’Onu si è
impegnata direttamente con la CPI negli sforzi per indagare e perseguire
cittadini degli Usa e di Israele.
E sulla Corte
Penale Internazionale dell’Aja che si è permessa dei procedimenti giudiziari
nei confronti di Israele, Trump ha affermato: “(la Corte) ha abusato del proprio potere emettendo mandati di arresto infondati
contro il primo ministro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Gallant”. Per
poi proseguire: “Qualsiasi tentativo da
parte di CPI di indagare, arrestare, detenere o perseguire persone protette,
costituisce una minaccia insolita e straordinaria alla sicurezza nazionale
(degli Usa). Gli Stati Uniti imporranno
sanzioni concrete e significative a coloro che sono responsabili delle
violazioni della CPI”. Per cui l’Ordine esecutivo ha sanzionato
direttamente il procuratore capo della Corte, Karim Khan e altri otto
magistrati. Dopo queste sanzioni, 79 Stati hanno rilasciato una dichiarazione
congiunta in cui “riaffermavano il loro
sostegno continuo ed incrollabile all’indipendenza, all’imparzialità e
all’integrità della CPI”. Ed è bene sottolinearlo, questa dichiarazione non
è stata sottoscritta dall’Italia, sebbene l’atto costitutivo della Corte Penale
Internazionale sia stato fondato a Roma nel 1998. Per cui le sanzioni di Trump
potrebbero compromettere pesantemente il funzionamento della Corte perché degli
Stati e delle aziende che forniscono servizi informatici e tecnologici per la
raccolta di prove, potrebbero subire delle ritorsioni dagli Usa. Questo è un
golpe contro il diritto internazionale. Contro i 125 Paesi che hanno
sottoscritto lo Statuto di Roma. Eppure l’Unione europea avrebbe lo strumento
per impedire il sabotaggio trumpiano alla CPI, usare il “Regolamento di blocco”
n° 22271/96. Questi è stato voluto per reagire ad eventuali sanzioni extra
territoriali delle sanzioni Usa nei confronti di Cuba, Iran e Libia. Per farlo
l’Ue dovrebbe inserire l’Ordine esecutivo di Trump nei soggetti al blocco. Ma
per fare questo, l’Ue dovrebbe togliersi la livrea di maggiordomo e alzare la
testa, ma non penso che la von der Leyen e compagnia cantando, abbiano il
coraggio e la dignità di farlo.
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