venerdì 24 settembre 2010

Lega complice della casta politico - affaristica

Che mercoledì 22 settembre Berlusconi ed i suoi maggiordomi siano stati compatti nel votare contro l’uso delle intercettazioni telefoniche nel processo per camorra all’ex sottosegretario, Cosentino, è una cosa che non sconvolge più nessuno. Il re Sole di Arcore ed i suoi cortigiani sono da sempre in antitesi all’articolo 3 della Costituzione dove è scritto che: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Da sempre confondono le idee della gente chiamando “garantismo” ciò che invece è una pura e semplice voglia di “impunità”, specialmente per il loro padre padrone.
Che il PDL e Lega assieme ad altri deputati, nel segreto dell’urna (il voto non era palese), abbiano votato contro l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche nel processo per camorra di un loro compagno di casta, Cosentino, è un fatto acclarato.
Ed è anche vero che, sempre quel giorno, alla Camera non è stato dato il via libera ai processi per ex deputati, quali: Francesco De Lorenzo, Giulio Di Donato, Ugo Grippo, Paolo Cirino Pomicino e anche Silvio Berlusconi, querelato da Antonio Di Pietro per avere, in un “Porta a Porta” di Vespa, messo in discussione la validità della laurea in Giurisprudenza del leader di IDV. Quello, però, che ritengo più stomachevole è che tutto ciò è avvenuto grazie al voto determinante della Lega che ha così permesso questo scempio di legalità e anche di onestà. Sentire Zaia, presidente del Veneto, che dichiara, senza arrossire, che loro (i leghisti) sono garantisti ed è per questo motivo che hanno votato contro l’uso delle intercettazioni nel processo a Cosentino, è uno scandalo. Cosa c’entra il garantismo con l’uso delle intercettazioni telefoniche in un processo! Sono solo delle prove che servono ai magistrati per giudicare un imputato. E’ un’offesa all’intelligenza delle persone affermare queste bestialità giuridiche.
Perché la Lega con i Rom, i musulmani e gli immigrati con o senza permesso di soggiorno non usano lo stesso garantismo? Perché la Lega, con Zaia spesso nel ruolo di primo della classe, tuona contro queste minoranze indicandoli all’opinione pubblica come la causa di ogni nefandezza, a prescindere?
Questa Lega dimostra che lo slogan usato all’inizio del loro percorso politico, ovvero “Roma ladrona”, non lo può più usare visto che i loro voti in Parlamento sono stati e sono tutt’ora determinanti per “salvare” questa classe politica affaristica e ladrona dalle patrie galere, dove molti dovrebbero soggiornare se la legge fosse uguale per tutti.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già!

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