sabato 23 ottobre 2010

La Chiesa polacca come la Chiesa italiana

La Chiesa Cattolica non si smentisce mai.
L’ultima novità viene dalla Polonia.
Nel Parlamento polacco è in dirittura d’arrivo la nuova legge sulla “fecondazione assistita”.
Ebbene, la Chiesa polacca, attraverso il presidente della Conferenza Episcopale locale, Henrik Hoser, ha minacciato che: “Chiunque voterà leggi a favore della fecondazione in provetta, si metterà automaticamente fuori dalla comunità della Chiesa”.
Sarà, quindi, scomunicato.
Anche in Polonia la Chiesa Cattolica usa lo stesso metro di giudizio della CEI, (Conferenza Episcopale Italiana).
Dove, lo sappiamo, sono guai per coloro che si permettono di fare figli con la fecondazione assistita, pratica usata in quasi tutta Europa. Ma comprensione, quindi niente scomunica, per chi fa leggi che portano essere umani a morire nel Canale di Sicilia o nei lager di Gheddafi. Forse, come direbbe monsignor Fisichella, queste aberrazioni bisogna contestualizzarle.
Per cui, donne e uomini possono morire a causa di leggi criminali che la Chiesa poi biasima, mentre per una gravidanza ottenuta in provetta bisogna essere intransigenti, per cui chi compie questi atti è fuori dalla comunità Cattolica e quindi scomunicato.
E poi c’è il paradosso per cui le gerarchie ecclesiastiche ed i loro supporters politici che si dichiarano a “favore della vita”, si dicono poi contrari a questi metodi di fecondazione assistita. Mi pare che questo sia una contraddizione in termini.
Un figlio è sempre un figlio. O no!

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