Se sento ancora pronunciare lo slogan, Roma ladrona, gridato in ogni comizio dai dirigenti leghisti e se questi politicanti fossero alla mia portata, li prenderei a calci nel sedere.
E’ vergognoso che la Lega continui a imbrogliare molti suoi elettori tuonando contro lo sperpero, la corruzione che si perpetua nella capitale, mentre ne è complice.
E’ dell’altro ieri l’ultima porcata perpetrata in Parlamento grazie ai voti della Lega Nord.
Sto parlando del voto sull’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro Lunardi che la Camera ha negato.
I fatti.
Nel 2005, quando Lunardi era ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, la società “Immobiliare S.Marco” di proprietà della famiglia Lunardi, acquista per metà del suo valore da “Propaganda Fide”, la società vaticana che gestisce l’impero immobiliare della Chiesa Cattolica, un palazzo in una via centrale di Roma, via dei Prefetti.
Il costo pagato da Lunardi fu di 3 milioni di euro, mentre stime attendibili indicano un valore reale di oltre 6 milioni di euro.
L’accusa che gli viene mossa dalla procura di Perugia è: concorso in corruzione aggravata. Perché?
Secondo la procura di Perugia, Lunardi, in concorso con il prefetto di Propaganda Fide, cardinale Sepe, avrebbero volutamente tenuto basso il valore dell’immobile di via dei Prefetti, compensando poi questo favoritismo, con un finanziamento pubblico di 2,5 milioni di euro per realizzare un museo in piazza di Spagna in una struttura vaticana.
E ora vediamo i motivi per i quali il PDL, FLI e Lega hanno votato contro l’autorizzazione.
Il relatore di maggioranza, il finiano Consolo, ha detto che i giudici del tribunale dei ministri non hanno giudicato Lunardi, hanno: “(…) omesso di svolgere il ruolo di filtro e vaglio dei fatti”.
Detto in parole povere: prima il tribunale dei ministri devono giudicare se le prove sono sufficienti per giudicarlo, solo poi, vedendo le carte, il Parlamento darà oppure negherà l’autorizzazione a procedere nel giudizio. Ma c’è un ma! Il tribunale può giudicare solo se viene autorizzato dal Parlamento! Il tribunale dei ministri non può entrare nel merito prima.
Può solamente, come spiega bene Travaglio sul Fatto Quotidiano, “stabilire se ci siano elementi per procedere o per archiviare, non certo celebrare tutto il processo e decidere se le prove a carico degli indagati siano sufficienti o meno per condannarli”.
Per cui, la Camera l’altro ieri ha bloccato un processo che può essere portato come esempio per certi metodi usati da una certa Roma ladrona. La Roma del Palazzo, quella dei cosiddetti colletti bianchi che da anni sta scarnificando il Paese riempiendolo di debito pubblico, dandogli servizi da quarto mondo.
E tutto questo è stato possibile grazie alla complicità della Lega Nord, che negli ultimi dieci anni ha governato per otto, in compagnia del re Sole di Arcore.
Per cui la drammatica situazione in cui si dibatte il Paese, è anche “merito” di quella forza politica che ormai dovrebbe usare un altro slogan più aderente alla sua realtà: “O Franza o Spagna purchè se magna”.
Svegliamoci prima che sia troppo tardi.
O forse lo è già.
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