Siamo alle comiche finali di questo agonizzante regime berlusconiano.
Berlusconi vola, questo fine settimana, a Mosca per il compleanno del suo amico (stavo per dire complice), Putin, e invece diserta il summit mondiale sulla povertà tenuto all’Onu.
Il re Sole di Arcore ha pure baciato le mani, com’è d’uso tra gli uomini d’onore mafiosi, al satrapo libico, Gheddafi, ed ha pure dichiarato che il dittatore libico è: “un campione della democrazia”!
Sempre "Lui", è l’unico capo di governo europeo che mantiene buoni rapporti personali con il leader bielorusso, Lukashenko, uno degli ultimi dittatori comunisti dei Paesi della galassia ex sovietica.
Insomma Berlusconi è uno di famiglia in quei regimi nei quali quando si parla di democrazia e di diritti umani, i loro capi di governo mettono immediatamente le mani alle pistole.
Ma ultimamente questo regime ha raggiunto vette farsesche difficilmente eguagliabili.
L’ultima è stata la grottesca sceneggiata tenuta a Roma davanti alla Camera tra Bossi, Alemanno, sindaco di Roma, e la Polverini, presidente della giunta regionale laziale.
L’incontro serviva a chiudere la querelle nata dopo che Bossi aveva dato dei porci ai romani.
Quello che le Tv hanno trasmesso su questo incontro, mi ha fatto vergognare di essere cittadino di questo Stato.
Tra bandiere leghiste e del PDL, tra cucine da campo allestite davanti a dei palazzi che ricordano una Storia importante, si è visto una rappresentazione volgare di un potere che non conosce vergogna. Vedere la Polverini che imbocca dei rigatoni Bossi, Alemanno che gli accende il sigaro, per chiunque possegga un minimo senso dello Stato e della misura, oltre che volgare, è stato grottesco. I Baci e abbracci tra chi ha dato dei “porci” ai cittadini romani e il sindaco di Roma, era uno spettacolo deprimente.
E poi il contorno. Vicino a questi “statisti”, si sono visti i soliti maggiordomi che ridevano sguaiati e felici, mentre questi si comportavano come dei novelli Trimalcione.
Scene disgustose che spero finiscano presto con la cacciata di questi uomini più adatti ai giochi circensi che a gestire la cosa pubblica.
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