mercoledì 17 novembre 2010

Berlusconi non può fare un passo indietro

Che strano, la maggioranza non parla più di giustizia, eufemismo per dire: non è più impegnata a cercare degli escamotage per salvare dai processi il loro re Sole di Arcore. Chiunque può constatarlo. Dalle elezioni del 2008, il problema principale, direi unico di questa maggioranza berlusconiana è stata la ricerca di un salvacondotto, di una legge che blocchi i processi al loro boss e che sono sempre lì incombenti. Per questi maggiordomi, governare il Paese era ed è un optional.
Da qualche settimana la questione è uscita dall’agenda politica.
Il ministro dell’(in)giustizia, Angelino Alfano, non fa più presenza fissa nei Tg e nei talk show televisivi per dichiarare, assieme al suo dante causa, Berlusconi, che queste “riforme” servono e le vogliono i cittadini. Visto che attualmente non se ne parla, forse i cittadini hanno cambiato idea?
Non solo. I finiani hanno affermato in più occasioni che sosterrebbero ancora un governo con questa maggioranza se Berlusconi facesse un passo indietro. Nessuno del circo mediatico politico si chiede la cosa più ovvia: perché il re Sole non si mette da parte per salvare la legislatura e fa solo il padre padrone del PDL, un ruolo comunque importatissimo?
E qui emerge chiaramente il motivo per cui il re Sole non si schioda dalla poltrona di premier: se si dimettesse, perderebbe lo scudo immunitario del “legittimo impedimento” che gli blocca i suoi numerosi processi. Eppure, Fini, lo ha detto in modo netto: il problema è Berlusconi, e se come dicono il re Sole ed i suoi maggiordomi, loro vogliono la stabilità del governo per il bene del Paese, il presidente del Consiglio dovrebbe dimettersi e lasciare spazio ad un altro governo con un altro presidente e continuare così a (s)governare l’Italia.
Ma in questo caso, come ho sottolineato sopra, il re Sole sarebbe spacciato perché, ad esempio, il processo Mills ripartirebbe con lui imputato, con grandi possibilità di venire condannato per corruzioni in atti giudiziari, magari con l’interdizione temporanea o perpetua dai pubblici uffici.
E così addio ai suoi sogni di diventare, dopo Napolitano, il nuovo presidente della Repubblica (un incubo che potrebbe materializzarsi).
E poi, Berlusconi, riesce anche a dichiarare, senza arrossire, di essere contrario al vecchio teatrino della politica quando questa stagione politica lo sta chiaramente rivelando come l’interprete principale di queste disgustose sceneggiate da politica politicante.
Mentre i problemi irrisolti dei cittadini stanno marcendo nel completo disinteresse di questa classe che ci governa.
E’ buio nel nostro Paese.
E’ calata la notte sulla nostra Repubblica.

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