UNIVERSITA’. DI PIETRO, RIFORMA GELMINI E’ TRUFFA COLOSSALE
“Sig. Ministro dell’Economia Tremonti, mi rivolgo a Lei perché Lei è il vero artefice di questo di obbrobrio legislativo che la signora qui presente, con malcelato compiacimento, si ostina a chiamare “Riforma Gelmini”. Dal blog del presidente IdV, Antonio Di Pietro, il discorso tenuto alla Camera durante le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di riforma dell’Università. “Lei oggi qui in Parlamento – continua Di Pietro - si deve assumere le sue responsabilità e spiegare la ragione per cui ha tagliato testa, gambe e fondi al sistema universitario ed alla ricerca italiana.
Mi rivolgo a Lei Ministro Tremonti perché non crediamo che questa pseudo riforma sia stata varata in questo modo astruso e vuoto solo per insipienza e incapacità del Ministro Gelmini.
Crediamo invece che dietro ci sia una vera e propria ‘strategia dell’ignoranza’ voluta e studiata a tavolino dai piduisti che muovono le fila del Governo Berlusconi al solo fine di rimuovere la cultura, la ricerca e l’istruzione nel nostro paese, in modo da lasciare i nostri giovani nell’ignoranza, proprio come si usa e si è sempre usato nei più abominevoli regimi.
Non se la prenda on. Gelmini, ma Lei oggi – nonostante stia qui a pavoneggiarsi di aver fatto chissà quale riforma epocale – semplicemente certifica di essere un Ministro azzoppato poiché tutti i poteri vengono conferiti, per il futuro dei nostri Atenei, al Ministro dell’Economia, che di fatto ha commissariato il suo dicastero, dopo avere in precedenza commissariato il Ministero della Sanità.
Lei, signor ministro Gelmini, come una mediocre maestrina ha solo fatto il suo modesto compitino scrivendo - nel suo progetto di riforma - titoli allettanti che parlano di lotta alle baronie, di meritocrazia, di incentivi per l’eccellenza, di lotta al precariato nell’università, di diritto allo studio e di modernizzazione dell’università italiana.
Balle, come balle mostruose sono i sogni che in tutti questi anni il Governo Berlusconi ha cercato di propinare agli italiani.
Infatti, quando si passa dai titoli ai contenuti concreti la sua riforma si rivela per quello che è: una colossale truffa che prevede esattamente l’opposto di quanto pomposamente annuncia.
E’ forse vero, Ministro Tremonti, che la cultura non si mangia, come lei ha detto. ma nella cultura bisogna investire per la crescita sociale, economica e morale del Paese.
Negare investimenti alla cultura e preferire spendere soldi per armamenti e guerre, vuol dire negare all’Italia la possibilità di crescere e competere con il resto del mondo.
Per essere competitivi, in un mondo sempre più globalizzato, occorre investire nell’Università come hanno fatto tuti i paesi industrializzati e moderni: la Francia ha previsto 5 Mld di € in più per i prossimi 5 anni; la Germania (che ha previsto 1 Mld e 800 milioni in più nei prossimi due anni.
Lo hanno fatto e lo fanno perché i Governi di quei paesi sanno che l’università pubblica ha il dovere di CREARE CONOSCENZA oltre che TRASMETTERLA.
Ma in Italia Lei, Ministro Tremonti, e Lei Ministro Gelmini e Voi tutti - esponenti sordi e ciechi di un Governo lontano anni luce dai bisogni reali del paese – siete insensibili a questa materia tanto è vero che nell’ultima finanziaria avete tagliato fondi per 1 MLD e 355 milioni di €.
Voi non volete “creare conoscenza” nei nostri giovani perché sapete che la conoscenza si oppone e cancella il regime di cartapesta, di veline e di isole dei famosi che avere creato!!
Voi che a parole dite di voler premiare il Merito avete addirittura decurtato anche il Fondo Ordinario per l’’Università portandolo a 800 milioni – che diventeranno 500 nel 2012 e nel 2013 e che ovviamente non basteranno mai a garantire la progressione di carriera e i concorsi ai nostri ricercatori più meritevoli.
Insomma Ministro Gelmini: Lei è solo e semplicemente una bugiarda: dice che vuole premiare il Merito ma lo penalizza!
Dice che vuol combattere le baronie ma le incentiva!
Sì è così ministra Gelmini: stamattina Lei ha gettato la maschera. Noi dell'Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento per vietare di chiamare presso un ateneo chiunque avesse parenti in quella stessa università.
Lei Ministro ha subito fatto presentare un subemendamento in cui ha previsto che il divieto non debba riguardare chi abbia un parente professore ma scatti solo se il parente insegna nello stesso dipartimento che ha effettuato la chiamata.
Furbetta di una ministra! Pure le pietre sanno che per uscire da un dipartimento ad un barone basta scrivere una letterina e per rientrarci basta scrivere un’altra letterina.
Così chi vuol fare assumere il parente o l'amica di turno dovrà solo uscire e poi rientrare nel dipartimento per poche ore – giusto il tempo di far assumere il raccomandato di turno. Le nostre università sono diventate come le porte girevoli dei Grand Hotel.
Questo da noi si chiama truffa, Ministro Gelmini e non riforma.
Questo dimostra anche ed ancora una volta che Lei, Ministro Gelmini, è solo una Ministra “salva-baroni” e il fatto che lo nega dimostra solo che o è in mala fede oppure non è in grado nemmeno di rendersene conto.
In ogni caso dimostra che Lei è come il suo padrino politico Berlusconi: una bugiarda che a forza di ripetere le stesse menzogne come una trottola, alla fine si è autoconvince di quel che dice, tanto da vantarsi di aver fatto una riforma di cui dovrebbe vergognarsi!
VALORIZZARE IL MERITO, era questa la parola d’ordine con cui bisognava formulare la nuova Riforma Universitaria vero ministro Gelmini,?
Altro che lotta ai baroni. Avete tolto il sistema di concorsi che prima esisteva e che, per quanto spesso fossero concorsi fasulli o pilotati, almeno garantivano una procedura pubblica nella selezione del personale docente.
Voi avete fatto ben di peggio. Avete previsto un’abilitazione nazionale che tutti potranno ottenere attraverso una selezione più formale che sostanziale, senza quindi alcuna selezione, comparazione di titoli o graduatoria.
Baroni vecchi e nuovi potranno con la vostra riforma procedere a livello locale con una chiamata diretta di chi vorranno loro, all’interno di questo albo, senza alcun vincolo o controllo, consentendo i più sfrontati favoritismi, clientelismi, nepotismi e familismi.
Le migliaia di giovani ricercatori meritevoli che finiranno all’interno di questo albo nazionale senza avere parenti o raccomandazioni non verranno semplicemente mai chiamati e dovranno andare all’estero.
Parlate di incentivi all’eccellenza e di maggiori contributi pubblici agli istituti più virtuosi ma anche questa è soltanto una promessa da campagna elettorale.
Ma di quali maggiori risorse parla signor ministro, se lei sta facendo qui le nozze con i fichi secchi, e cioè una riforma senza il becco di un quattrino, senza un solo centesimo di nuovi finanziamenti.
Ma anche nel merito avete scritto soltanto un cumulo di sciocchezze perché i maggiori contributi – quelli che non ci sono signor ministro - non prevedete di assegnarli in base ai risultati dei singoli docenti o dipartimenti virtuosi ma in base ai risultati di un’intera università dove, come è evidente, i buoni e i cattivi risultati si cancellano a vicenda, di modo che nulla cambierà in concreto.
La vostra è una riforma gattopardesca, dove prevedete di cambiare tutto perché tutto possa continuare esattamente come era prima.
Ma la cosa più vergognosa la fate imbrogliando sul futuro dei giovani, che ingannate due volte.
Altro che lotta al precariato.
I sei anni da ricercatori che voi prevedete come durata massima dell’incarico di ricercatore avrebbero un senso se nel corso di questi anni lo Stato accantonasse le risorse necessarie per l’assunzione quali professori ordinari dei più meritevoli.
Ma voi non stanziate un centesimo nemmeno qui, non c’è alcuna previsione di accantonamento di risorse come succede nel modello anglosassone che pure, a parole, dite di voler imitare.
Finirà così che i giovani verranno sfruttati per sei anni e poi messi in mezzo ad una strada e a venire assunti saranno pochi e rigorosamente raccomandati.
Li avete presi in giro come li prendete in giro quando parlate di diritto allo studio e nel contempo tagliate il 90 per cento dei fondi per le borse di studio.
Anche il fondo per il merito tanto decantato, per i prossimi tre anni prevede zero, ripeto, zero euro di finanziamento.
La realtà è che ancora una volta signor ministro Gelmini lei si comporta come una marionetta e quei fili sono tirati dal ministro Tremonti il cui unico imperativo è tagliare, tagliare, e ancora tagliare.
Ci troviamo così a discutere una legge completamente priva di copertura finanziaria. Una legge vuota e inutile che ancora una volta all’università non dà nulla ma illude e promette soltanto.
Ed anche quello che promette è soltanto di restituire una piccola parte dei tagli drammatici che negli ultimi tre anni avete fatto, mettendo in ginocchio le università italiane.
Non c’è, ad oggi, ancora un centesimo per le migliaia di ricercatori che rischiano di essere abbandonati a se stessi.
C’è la contraddizione di un governo che parla di incentivare l’eccellenza ma che con l’altra mano tagli i fondi per la ricerca.
Certo, UNA VERA RIFORMA dell’università era ed è più che necessaria, ma una vera riforma, avrebbe dovuto avere come principio ispiratore e come primo obiettivo la selezione trasparente ed imparziale del personale docente, che avrebbe garantito il futuro dell’università e dato speranza ai più meritevoli.
Nel testo che è approdato in quest’Aula sono stati cancellati di fatto – poiché al momento manca la copertura finanziaria – i concorsi per professore associato, gli scatti di anzianità per i ricercatori, le borse di studio e i finanziamenti per gli alloggi destinati agli studenti meno abbienti.
Ministro Gelmini, Lei si attribuisce una riforma epocale, ma la risposta è fuori da quest’aula, nelle piazze d’Italia – Roma è bloccata, blindata, presidiata - perché Lei non ha dato risposte adeguate, lei non ha avuto il coraggio di osare, lei non è intervenuta neanche sulle modifiche più elementari come LA MESSA IN QUIESCENZA DEI PROFESSORI UNIVERSITARI che avremmo auspicato all’età di 65 anni. E’ così che i giovani dovranno ancora una volta andare via, e morire.
E invece rimarrà intatto il vetusto sistema gerontocratico dei settantenni che soffocherà l’inserimento dei giovani talenti nostrani, che continueranno a fuggire all’estero.
Per queste ragioni mi rivolgo anche a Lei Presidente della Camera Fini e la invito a rivedere il suo giudizio su questa legge: Lei l’ha definito addirittura una delle cose migliori di questo governo mentre nei giorni scorsi esponenti del suo gruppo parlamentare – Futuro e Libertà - hanno protestato insieme a noi, agli studenti ed ai ricercatori, salendo anche sui tetti dell’università per sostenere le loro ragioni. Ministro Gelmini: i giovani, gli studenti, i ricercatori e tutto il mondo dell’università hanno bisogno di aiuto e non di proclami. Sicuramente non hanno bisogno di manganellate. Ministro Maroni.
Smettetela di colpire come sempre, l’anello più debole del sistema: ieri i disoccupati, i lavoratori ed i precari, oggi gli studenti ed i giovani a cui state togliendo la speranza di un futuro migliore!
Per tutte queste ragioni, dichiaro – a nome del gruppo “Italia dei Valori”, il voto contrario alla “deformazione Gelmini”
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