domenica 9 gennaio 2011

Il nucleare e lo spot taroccato

Se la Coca Cola facesse pubblicità al proprio marchio coinvolgendo, per essere più credibile, medici e psicologi disposti a dichiarare che bere molte bibite dolci e gassate fa bene alla nostra salute, pochi crederebbero a quel messaggio.
Sarebbe un classico caso di conflitto di interessi.
Se delle grandi aziende che operano nella costruzione e nella gestione di centrali nucleari fanno una grande campagna pubblicitaria di "informazione" sui media sull’uso dell’atomo per produrre energia, autotassandosi per un budget di 7 milioni di euro, sono credibili?
Personalmente sento puzza di bruciato a mille miglia di distanza.
Mi sto riferendo evidentemente allo spot sul nucleare si o nucleare no in cui si vedono due giocatori di scacchi che si interrogano ponendosi e dandosi delle risposte diametralmente opposte. E’ chiaro che chi paga ha interesse che chi ascolta il loro messaggio si convinca che: “nucleare è bello”.
I nomi delle aziende interessate alla costruzione e alla gestione delle centrali nucleari in Italia che pagano questa pubblicità sono: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, StratinvestRu, Techint, Technip, Tecnimont, Terna e Westinghouse.
Sono tutte aziende in perfetto conflitto di interessi
E allora, come nel caso che ho portato come esempio per la Coca Cola, anche questa pubblicità è falsa. E’ una pubblicità ingannevole e la AgCom dovrebbe intervenire. Bloccandola.

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