giovedì 12 novembre 2015

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 12 novembre 2015


Vi ricordate di Abdel Majid Touil, quel ragazzo marocchino di 22 anni arrestato il 20 maggio scorso di cui le autorità tunisine chiedevano l'estradizione, con la pesante accusa di essere uno dei responsabili della strage avvenuta il 18 marzo al museo del Bardo a Tunisi?
Ebbene, dopo 5 mesi di carcere, il ragazzo è stato rilasciato perché non c'è, come dice il rappresentante dell'accusa, nessun indizio, né tanto meno una prova che Touil abbia partecipato a quella strage o che sia complice di quei terroristi, per cui è stato scarcerato.
E ora facciamo un gioco di memoria.
Ecco cosa titolavano in prima pagina a nove colonne alcuni quotidiani il giorno dell'arresto di Touil.
Il Tempo di Roma: “L'Isis è pregata di presentarsi all'imbarco”.
Il Giornale: Italia colabrodo. Centro accoglienza terroristi”.
Libero: “Il terrorista catturato a 15 chilometri da Expo”.
Il Mattino di Napoli: “Il terrorista arrivato con i barconi”.
Quei titoli indicavano Touil già colpevole e le bagnarole che arrivavano nelle nostre coste erano cariche di terroristi.
Eppure sono gli stessi giornali che quando qualche appartenente alla Casta padrona viene beccato con le mani nella marmellata, questi sono sempre presunti colpevoli, anche quando le prove della loro colpevolezza sono schiaccianti.
Sono sepolcri imbiancati garantisti a giorni alterni.
E Abdel Touil è caduto probabilmente nei giorni giustizialisti, per cui la sua colpevolezza veniva data praticamente per certa.
Eppure le accuse erano davvero assurde.
Pensate, Touil sarebbe arrivato in Italia con un barcone il 15 febbraio, poi sarebbe ritornato in Tunisia per fare l'attentato e il 19 marzo sarebbe di nuovo rientrato nel nostro Paese sempre attraverso il Canale di Sicilia, rifugiandosi poi a Trezzano sul Naviglio, un comune nel milanese, a casa della mamma, il posto meno indicato per un terrorista che normalmente dovrebbe nascondersi e far perdere le proprie traccie, mi pare ovvio.
Il ragazzo si è fatto così 5 mesi di carcere da innocente e pochi si sono scandalizzati e non aveva la fila di politici che andavano a consolarlo.
Mentre, per dire, per Mantovani, ex vicepresidente della giunta regionale lombarda arrestato per corruzione, c'è tuttora un codazzo di deputati, senatori e consiglieri regionali che vanno a portare la loro solidarietà al detenuto.
Ma questo individuo fa parte della Casta padrona e non si chiama Abdel Majid Touil, un nome di chiare origini arabe.
E ora mi pare giusto ricordare alcune dichiarazioni della classe politica, rilasciate dopo l'arresto del marocchino.
Ad esempio, Renzi scrisse questo tweet: “Grazie alle Forze dell'Ordine che hanno arrestato in Lombardia uno dei ricercati della strage di Tunisi. (Sono) orgoglioso della vostra professionalità”.
Mentre la Lega Nord, al solito, sparava a pallettoni presentando addirittura un esposto ai carabinieri accusando il governo di “favoreggiamento dell'immigrazione clandestina” e “Omicidio colposo”.
Salvini dovrebbe scusarsi con Touil.
Dovrebbe spiegare e scusarsi con coloro che avevano creduto alle sue balle e che i barconi pieni di profughi non sono jihdisti pronti a saltarci addosso come voleva farci credere.
Chiedendo anche scusa per aver creato un clima indegno di un Paese civile.
Ecco cosa ha detto la madre di Touil dopo il rilascio dal carcere e veniva ventilata la possibilità di rimandare il figlio in Marocco perché entrato in Italia senza permesso: “Se lo rimandano in Marocco, muore. Non ha la testa. Dopo cinque mesi di detenzione non capisce più nulla. Quando è uscito dal carcere di Opera, non mi ha riconosciuto”.
E ora vediamo un altro caso in cui è protagonista Giancarlo Galan, l'ex doge del Veneto.
Questo delinquente, che per vent'anni è stato il padre - padrone del Veneto, è stato condannato per corruzione a 2 anni e 10 mesi di carcere e a 2 milioni e 600mila euro di multa.
La condanna al carcere la scontava nella sua sontuosa villa sui colli Euganei, ma che ora ha dovuto lasciare perché confiscata.
E cosa fa il nostro eroe prima di andarsene?
Si è portato via i termosifoni, un paio di caminetti e alcuni sanitari.
I funzionari dell'Agenzia del Demanio che sono entrati nella villa sono rimasti esterrefatti dallo stato di degrado in cui l'hanno trovata.
Dunque, Galan, oltre il privilegio di scontare la pena detentiva nella sua casa, si è permesso questo indecoroso comportamento.
Per cui è lecito porsi la domanda: se al suo posto ci fosse un povero cristo, i fatti sarebbero andati allo stesso modo?
Penso proprio di no!
Se ti chiami Abdel Majid Touil o sei un qualsiasi Mario Rossi che non appartiene alla Casta padrona, probabilmente non sconti la pena a casa ma in carcere e, se ti fossi permesso di rubare oggetti da una casa sotto sequestro come ha fatto Galan, saresti nuovamente sul banco degli imputati.
La legge sarebbe inflessibile.
Altro che: “La legge è uguale per tutti”, come si legge nei Tribunali!

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