venerdì 20 novembre 2015

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 19 novembre 2015


Dopo gli attentati di Parigi, il mondo si interroga su come inquadrare e raccontare i fatti parigini.
Alcuni affermano che è uno “scontro di civiltà” iniziato l'11 settembre del 2001 con l'attentato alle Torri Gemelle di New York, e che l'Occidente sta perdendo a causa dei cosiddetti “buonisti”.
Altri invece pensano che sia in atto una guerra di religione cresciuta notevolmente dopo che è nato l'Isis, il fantomatico Stato del Califfato.
Su questo ha risposto bene papa Francesco: “Utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada dell'odio e della violenza, è una bestemmia”.
Quel che è certo, le nostre democrazie stanno rispondendo in modo inadeguato se non in maniera stupida a questo terrorismo, che vuole trasformare una fede religiosa in un'ideologia di morte.
Certo, questo caos nel Medio Oriente è cresciuto anche grazie alle tante guerre innestate dalle democrazie occidentali da personaggi come Bush jr. e Blair che, se non fossero stati a capo di USA e Gran Bretagna ma di Paesi del terzo mondo, ora sarebbero sul banco degli imputati nel tribunale internazionale dell'Aja accusati di crimini di guerra per aver portato con smaccate menzogne, alla disarticolazione e alla distruzione dell'Iraq dove sono morte centinaia di migliaia di donne, bambini e uomini innocenti.
Senza dimenticare, naturalmente, le altre guerre scatenate sempre dall'Occidente in Libia, in Siria, in Afganistan, eccetera.
Insomma, noi Paesi occidentali abbiamo delle colpe gravissime, ma intendiamoci, TUTTO QUESTO NON GIUSTIFICA ASSOLUTAMENTE IL TERRORISMO DI QUESTO ISLAM RADICALE.
Ma dopo aver sentito alcune reazioni a caldo sui fatti parigini, pare che questo passato non abbia insegnato molto.
Come il titolo di Libero il giorno dopo l'attentato.
Un monumento alla stupidità.
Sbattere in prima pagina a caratteri cubitali un titolo a nove colonne: “Bastardi islamici” è una clamorosa cretinata, a meno che il direttore di quel giornale, Belpietro, voglia scatenare con questa provocazione una reazione violenta di alcune frange fondamentaliste che si potrebbero trovare nell'oltre milione e mezzo di musulmani residenti in Italia.
Pensiamo all'effetto che un simile titolo può aver suscitato in alcuni giovani di religione islamica.
Vedersi associati ai macellai degli attentati di Parigi dev'essere tremendo per chi professa quella fede in pace col mondo.
Molti pensano che l'Islam sia una fede violenta e assassina e quindi da combattere, ma in questo caso dobbiamo essere pienamente coscienti che si fa una dichiarazione di guerra ad una comunità religiosa di oltre un miliardo e mezzo di fedeli, tanti sono i musulmani nel mondo.
E poi in Francia.
Il presidente Hollande ha riunito all'Eliseo, tutti i capi dei partiti compresa Marine Le Pen, per cercare una soluzione condivisa dopo queste barbarie, come si fa nelle democrazie più mature.
Mentre nel nostro Paese, Salvini immediatamente dopo le stragi ha twittato un demenziale: “Buonisti uguale complici”.
Nella “notte degli sciacalli”, come ha giustamente titolato il Fatto Quotidiano, Salvini poi ha chiesto di introdurre i libri di Oriana Fallaci obbligatori in tutte le scuole. (Perché)Prevenire è meglio che curare”. Poi ha proposto di “chiudere le frontiere; controlli a tappeto di tutte le realtà islamiche presenti in Italia; e (infine) attacchi in Siria e in Libia”.
Sposando quindi l'equazione: arabo musulmano uguale terrorista, oppure immigrato uguale jiahdista che, oltre essere un falso, è anche molto pericoloso, come dice bene Lucio Caracciolo.
Certo l'Islam cosiddetto moderato che vuole praticare la propria religione in pace, dovrebbe organizzare delle manifestazioni pubbliche per rendere esplicito e visibile il loro totale dissenso verso i criminali di Parigi.
Altrimenti, di questi tempi, il loro silenzio potrebbe venire interpretato da molti come una sorta di complicità, anche se le maggiori vittime del terrorismo dell'Isis, sono, non dimentichiamolo, gli stessi musulmani.
Questi sono tempi difficili per chi ha la grande responsabilità di informare i cittadini, oppure occupa delicati ruoli politici.
Immaginiamo come può influire su certe giovani menti di fede islamica, un titolo giornalistico che ti da del “bastardo” e una parte della classe politica ti tratta da terrorista a prescindere.
In questi giorni macchiati di sangue, è più facile mostrare i muscoli che usare il cervello, quando invece serve misura e onestà intellettuale.
Perché lanciare stupidi slogan per vendere più giornali o per carpire i voti dei cittadini meno preparati, potrebbe creare danni enormi alla qualità della nostra già traballante democrazia.

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