giovedì 26 novembre 2015

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 26 novembre 2015


La giornalista e scrittrice, Oriana Fallaci, dopo l'attentato alle Torri gemelle di New York dell'11 settembre 2001, era diventata il guru, l'icona riconosciuta da coloro che ritenevano che in Europa il pericolo islamista fosse incombente, tant'è che coniò il termine Eurabia per avvertirci che l'Europa se non si difendeva dall'Islam, si sarebbe arabizzata.
Scriveva: "Diventeremo l'Eurabia. Il nemico è in casa nostra e non vuole dialogare".
Accusò l'Occidente di “buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà”.
Supportata nelle sue farneticazioni da buona parte dei media, la Fallaci sparò frasi impressionanti come: “dichiariamo loro guerra, sterminiamoli tutti, cacciamoli dai nostri Paesi”, insultando in tal modo un miliardo e mezzo di persone di fede musulmana.
Praticamente anticipava di qualche anno, come scrive Alessandro Rebecchi sul Fatto Quotidiano, le deliranti argomentazioni di Salvini di cui siamo inondati in queste settimane su tutti i media.
Ora, dopo i fattacci di Parigi, alcuni opinionisti di grandi quotidiani, vorrebbero che coloro che non hanno creduto alle tesi della Fallaci, le chiedessero scusa.
E allora vediamo se queste scuse sono giustificate, perché in genere si deve chiedere scusa quando uno dice una cosa giusta e non lo si ascolta e magari si fa il contrario.
In questo caso sarebbe giusto scusarsi con lei se avesse suggerito la soluzione giusta del problema.
Ma il fatto vero è che l'Occidente, dopo l'attentato alle Torri gemelle, fece esattamente ciò che sosteneva la Fallaci, con i risultati che conosciamo.
L'Occidente con capofila gli USA, invase l'Afghanistan, la Libia, per finire con i bombardamenti in Siria, con in mezzo l'invasione dell'Iraq, col risultato di consegnare un Paese disarticolato in balia di bande armate che fanno il bello e il cattivo tempo in quei territori.
Insomma, Bush Jr. e Blair con la complicità di altri capi di Stato tra cui il nostro Berlusconi, fecero esattamente ciò che Oriana Fallaci suggeriva: scatenarono le guerre.
E recentemente l'ex primo ministro inglese Tony Blair ha ammesso, scusandosi, che fu proprio la guerra in Iraq a determinare le condizioni per la nascita dello Stato islamico del Califfato.
Per cui, sono coloro che sostenevano le tesi dell'Oriana nazionale che dovrebbero scusarsi per aver scatenato uno “scontro di civiltà” con delle guerre che hanno poi consegnato quei territori ai banditi terroristi dell'Isis.
Come l'eroe padano Salvini, che tutt'ora usa l'armamentario bellicoso della Fallaci anche dopo che, come abbiamo visto, si è rivelato totalmente sbagliato.
Mentre, al contrario, penso che “Pepe" Mujica, ex presidente dell'Uruguay, su questi problemi avesse e abbia ragione.
Pepe” Mujica è un uomo di ottant'anni.
E' un ex tupamaro uruguaiano, un partigiano che lottava contro la dittatura nel suo Paese, diventandone anni dopo il Presidente.
Durante la dittatura si è fatto 15 anni di prigione di cui 13 in completo isolamento, dove ha subito torture e sevizie.
E' stato il presidente più povero del mondo perché dava in beneficenza il 90% del suo stipendio presidenziale, continuando a vivere nella sua modesta casa di 50 metri quadri alla periferia della capitale Montevideo.
Ecco cosa dichiarava nel 2013 della guerra in Siria, “Pepe” Mujica, allora presidente dell'Uruguay.
L'unico bombardamento ammissibile in Siria è con latte in polvere con biscotti e cibo, non con armi né bombe”.
E ancora: “La guerra non si risolve introducendo più guerra presumibilmente più giusta, altrimenti si imbocca una strada piena di conflitti interminabili e si crea un profondo risentimento che si trasforma in lotta e resistenza da una parte verso l'altra”.
Sempre l'ex presidente dell'Uruguay ha insistito poi nel ricordare che “in ciascuno dei tentativi degli ultimi 20 o 30 anni per imporre la democrazia occidentale con le cannonate lì in Asia minore o nel mondo arabo, il risultato finale di questo sacrificio sono stati genocidi dolorosi”.
Ha poi spiegato che chi ci guadagna con le guerre sono gli “interessi degli speculatori della finanza che non sono né lenti né pigri , ma sono pronti ad approfittare delle paure e dell'instabilità di una zona di guerra”.
E che i Paesi confinanti con la Siria dovranno “discutere cercando compromessi e negoziare perché qualunque negoziazione per cattiva che sia, è infinitamente migliore per i deboli, per i poveri e per coloro che soffrono nel mondo le soluzioni militari”.
Io penso che le parole di “Pepe” Mujica, un personaggio credibile per la sua storia fatta di lotte per una maggiore giustizia sociale, dovrebbero essere ascoltate e prese in serie considerazione.
Se poi coloro a cui piacciono le sue idee sono tacciati come “buonisti”, bé io credo che è meglio essere “buonisti” che “cattivisti”, visto i risultati che i loro muscoli ci hanno portato.


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