Ecco
alcuni fatti che dovrebbero farci riflettere.
Al
ritorno da Roma su un Frecciarossa che lo stava portando casa,
l'arcivescovo
di Ferrara – Comacchio, Negri, parlando a voce alta con qualcuno al
telefono tanto da essere sentito da altri viaggiatori, contestava papa Francesco per le nomine dei nuovi vescovi che dovranno gestire le
diocesi di Bologna e Palermo.
Tuonava
il prelato: “Dopo
le nomine di Bologna e Palermo posso diventare Papa anch'io. E' uno
scandalo, incredibile. Sono senza parole. Non ho mai
visto nulla di simile”.
“Speriamo
che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con
l'altro”, con un chiaro riferimento a papa Luciani morto appena
salito al Soglio di S.Pietro.
Negri,
nega di aver pronunciato quelle frasi, per cui vedremo se il Fatto
Quotidiano che ha pubblicato la notizia ha i testimoni, le prove
su quanto riportato.
Negri
ha poi chiesto se esistono registrazioni delle sue parole.
Questa
domanda a me pare un chiaro segnale di timore da parte
dell'arcivescovo, perché tutti sappiamo che con i cellulari si può
filmare e registrare con facilità, perciò se oggi nega e poi
emergono dei filmati che lo smentiscono, Negri sa che in quel caso la
sua carriera è finita e dovrebbe pure andare a nascondersi per la
vergogna.
Comunque
sia, vedremo come andrà a finire questa parte della storia.
Perché
c'è un altro particolare in questa vicenda che dovrebbe far
indignare e che invece viene accettata da molti come un fatto
naturale: il vescovo Negri viaggiava su un Frecciarossa in prima
classe, come un top manager assieme al suo segretario, descritto come
“un giovane pretino dal look della curia che conta, con doppio
telefonino pronto a filtrare le telefonate dell'arcivescovo”.
Papa
Bergoglio pochi giorni fa ha detto che le gerarchie ecclesiastiche
non dovrebbero vivere come faraoni, ma più modestamente.
E
viaggiare col proprio segretario sul Frecciarossa in prima classe,
non mi pare sia il solco indicato da Francesco.
Altro
fatto.
Tre
frati francescani, all'insaputa dei loro superiori, hanno affidato ad
un faccendiere del denaro destinato a finalità religiose, quasi 50
milioni di euro, con la promessa di un guadagno in interessi del
13,5%.
Questo
denaro doveva essere investito in lussuosi resort, alberghi, villaggi
turistici in Africa ed anche in Medio Oriente.
Ma
lo scandalo è scoppiato perché Leonida Rossi, questo il nome del
faccendiere, dal 2011 ai tre frati non dava più neppure un centesimo
di interessi, ammettendo anche di non essere più in grado di
rimborsare neppure il capitale investito.
Una
vicenda squallida in cui sono impelagati tre frati dell'ordine
francescano, un ordine religioso che dovrebbe seguire l'esempio di
povertà di S. Francesco d'Assisi.
Dopo
questi ennesimi casi di comportamenti poco cristiani, io penso che la
speranza per chi è vicino alla Chiesa Cattolica, è che papa
Bergoglio abbia la forza di spazzar via i tanti sepolcri imbiancati
che sguazzano tutt'ora nelle varie curie e nei vari ordini religiosi.
Per
dovere di cronaca, Leonida Rossi la scorsa settimana è stato trovato
morto, suicida.
Altro
fatto.
Lo
ha riportato, Rino Giacalone, un giornalista che conosce bene
i fatti siciliani.
Sabato
21 novembre a Castelvetrano, città natale del boss mafioso latitante, Matteo
Messina Denaro, si
è svolto il
funerale di Lucia Bonanno madre di Vincenzo Panicola, in carcere per
associazione mafiosa, a cui è stato dato il permesso di presenziare.
Vincenzo
Panicola è cognato di Matteo Messina Denaro, per aver sposato la
sorella Patrizia.
Il
padre di Vincenzo, Vito Panicola, ora defunto, era stato condannato
per omicidio.
Insomma,
come si usa dire in questi casi: una famigliola proprio per bene.
Ebbene,
quando scortato dalle guardie, Vincenzo Panicola è arrivato davanti
alla chiesa dove si svolgeva la cerimonia, è stato accolto da un
clamoroso applauso dalla numerosa folla presente, come una rock star.
Un
fatto indecente.
Eppure,
secondo quanto riportato dal giornalista, né la politica locale, né
la Chiesa di Castelvetrano hanno preso posizione contro questo
imbarazzante episodio.
Altro
fatto.
Sempre
in Sicilia, sul Post Viola, Massimo Malerba ha raccontato un fatto
sconcertante.
Lo
scorso settembre, a Catania, durante una visita istituzionale che
immagino fondamentale come la “Festa di S. Michele Arcangelo”, il
ministro dell'Interno, Alfano, assieme al sindaco, Enzo Bianco e al
capo della Polizia, Alessandro Pansa, dopo la visita pastorale in
municipio, l'allegra combriccola si è diretta in un locale in pieno
centro città per partecipare ad un party privato.
In
questa scampagnata erano accompagnati da, udite, udite, 48 auto blu e
centinaia di uomini delle forze dell'ordine che hanno bloccato
l'intero centro catanese.
Uno
sfoggio di potere e un inaccettabile sperpero di denaro pubblico che
neanche nel terzo o quarto mondo!!
Per
cui viene spontaneo chiedersi: ma siamo ancora un Paese civile?
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