giovedì 5 novembre 2015

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 5 novembre 2015


Dopo averci martellato per anni che prevenire è meglio che curare, ora il governo Renzi ci dice il contrario: spendiamo troppo in “esami inutili” e quindi basta prevenzione.
Risparmiare sulla Sanità pubblica usando lo slogan “esami inutili”, è una furbata perché si ottiene lo stesso risultato politico della riforma scolastica chiamata “Buona scuola”.
Infatti, con quel nome la scuola è buona a prescindere che poi lo sia davvero, questo è tutto un altro paio di maniche.
Con la stessa tecnica propagandistica, se qualcuno dice di tagliare gli “esami inutili”, chi non potrebbe essere d'accordo?
Se sono inutili non si devono fare, mi pare scontato.
Ma chi lo dice che sono inutili?
Per sapere se gli esami clinici sono inutili è necessario farli, altrimenti come possiamo esser certi che sono inutili?
Certo, se un medico di base richiede una Tac per un suo paziente per un'unghia incarnita, credo che saremmo tutti d'accordo nel ritenere che quel tipo di patologia non necessita di quell'esame.
Ma se si vuole impedire questi eccessi basterebbe pretendere dal medico curante che la richiesta di esami clinici costosi sia motivata.
Non è poi così complicato.
Ma il fine di questi tagli è molto più semplice e pericoloso per i normali cittadini: il governo Renzi vuole risparmiare nei prossimi anni, alcuni miliardi di euro l'anno sulla Sanità pubblica!
Sono 208 il numero degli esami considerati “inappropriati”.
Quindi, in futuro, solo chi ha delle buone possibilità economiche potrà fare questi esami clinici, continuando a fare prevenzione.
Secondo il Censis, già oggi alcuni milioni di cittadini con redditi medio-bassi, sono costretti a rinunciare alle cure mediche perché non possono permettersi di pagare i ticket sanitari.
Per cui, in futuro, altri ancora dovranno sperare di rimanere sani e se vengono beccati da qualche patologia importante, dovranno sperare di avere un bravo medico di base che riesca per capacità e fortuna a fare una diagnosi precisa della loro malattia senza esami clinici, come usavano fare i medici parecchi decenni fa.
Questo è il quadro.
Poi vengono le menzogne del bullo di Firenze riguardo a questi tagli.
Infatti, Renzi e compagnia cantando, in più occasioni hanno affermato che non solo non sono stati diminuiti i finanziamenti alla Sanità pubblica, ma che sono stati addirittura incrementati ed hanno snocciolato queste cifre: “Nel 2013 erano 106, nel 2014 erano 109, quest'anno sono 110 e nel 2016 saranno 111 miliardi di euro”.
Ma l'accordo tra Stato e Regioni del 2013, quindi preesistente a questo governo, aveva previsto per questo triennio queste cifre: per il 2014, 109,5 miliardi di euro e non 109. Per il 2015, 113,4 e non 110. Mentre per il 2016 sono previsti 115,3 e non 111 miliardi.
E così delle due l'una: o il presidente dimissionario della Conferenza delle Regioni, Chiamparino, che parlava di furto è un imbroglione che fa il gioco delle tre carte, oppure Renzi e soci, continuano a prendere per il culo gli italiani mentendo spudoratamente.
Personalmente sono per la seconda.
Poi sempre Renzi, ha dichiarato: “La Sanità è l'unico comparto in cui dal 2002 ad oggi c'è stato un aumento del 40%.
Falsa pure questa cifra: secondo i bilanci dello Stato dal 2002 al 2014, l'aumento della spesa sanitaria è stato del 28,2%, quasi nullo se si sconta l'inflazione.
Ma rimane una categoria che di questi tagli se ne fa un baffo perché hanno una mutua privata: sono i parlamentari in carica, come pure gli ex, assieme ai parenti e conviventi anche omosessuali.
Infatti, i deputati con 526,66 e i senatori con 540,27 euro mensili, vengono rimborsati per qualsiasi tipo di prestazione sanitaria, dalle visite specialistiche a pagamento, e quindi senza i tempi biblici cui devono sottostare i comuni mortali, alle lenti degli occhiali da vista.
Questo privilegio possono allargarlo ai propri coniugi, ai figli, ai conviventi anche dello stesso sesso, pagando un sopraprezzo di 50 euro, si avete capito bene, solo 50 euro in più per tutta la famiglia.
Mentre per i normali sudditi di questo Paese, quando richiedono una visita specialistica in una struttura pubblica, devono attendere tempi biblici come quella signora incinta che voleva prenotare un'ecografia ostetrica che dovrebbe essere effettuata entro la 13esima settimana di gestazione e al Cup le hanno risposto che il primo posto libero era dopo sette mesi.
Nel frattempo la donna ha probabilmente partorito!
Oppure quella bambina catanese, Nicole, che a tre ore dalla nascita viene colta da una grave crisi respiratoria e negli ospedali di Catania non c'erano posti adatti per la sua patologia e così hanno cercato e trovato un posto libero solo in un ospedale di Ragusa a 3 ore di viaggio!
Purtroppo Nicole non ce la fatta ed è morta nell'ambulanza.
Queste sono situazioni che gridano vendetta al Cielo!
E questi fatti vergognosi certamente aumenteranno, fintanto si taglieranno risorse alla Sanità pubblica.
E molti di voi che mi state seguendo, sicuramente avrete vissuto esperienze simili per cui, pretendere l'ottimismo a tutti i costi anche sulla Sanità pubblica come vorrebbe il bullo fiorentino, alla lunga, non solo è fuori luogo, ma diventa alquanto molesto.

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