Dopo
averci martellato per anni che prevenire è meglio che curare, ora il
governo Renzi ci dice il contrario: spendiamo troppo in “esami
inutili” e quindi basta prevenzione.
Risparmiare
sulla Sanità pubblica usando lo slogan “esami inutili”, è una
furbata perché si ottiene lo stesso risultato politico della
riforma scolastica chiamata “Buona scuola”.
Infatti,
con quel nome la scuola è buona a prescindere che poi lo sia
davvero, questo è tutto un altro paio di maniche.
Con
la stessa tecnica propagandistica, se qualcuno dice
di tagliare gli “esami inutili”, chi non potrebbe
essere d'accordo?
Se
sono inutili non si devono fare, mi pare scontato.
Ma
chi lo dice che sono inutili?
Per
sapere se gli esami clinici sono inutili è necessario
farli, altrimenti come possiamo esser certi che sono inutili?
Certo,
se un medico di base richiede una Tac per un suo paziente per
un'unghia incarnita, credo che saremmo tutti d'accordo nel ritenere
che quel tipo di patologia non necessita di quell'esame.
Ma
se si vuole impedire questi eccessi basterebbe pretendere dal medico
curante che la richiesta di esami clinici costosi sia motivata.
Non
è poi così complicato.
Ma
il fine di questi tagli è molto più semplice e pericoloso per i
normali cittadini: il governo Renzi vuole risparmiare nei prossimi
anni, alcuni miliardi di euro l'anno sulla Sanità pubblica!
Sono
208 il numero degli esami considerati “inappropriati”.
Quindi,
in futuro, solo chi ha delle buone possibilità economiche potrà
fare questi esami clinici, continuando a fare prevenzione.
Secondo
il Censis, già oggi alcuni milioni di cittadini con redditi
medio-bassi, sono costretti a rinunciare alle cure mediche perché
non possono permettersi di pagare i ticket sanitari.
Per
cui, in futuro, altri ancora dovranno sperare di rimanere sani e se
vengono beccati da qualche patologia importante, dovranno sperare di
avere un bravo medico di base che riesca per capacità e fortuna a
fare una diagnosi precisa della loro malattia senza esami clinici,
come usavano fare i medici parecchi decenni fa.
Questo
è il quadro.
Poi
vengono le menzogne del bullo di Firenze riguardo a questi tagli.
Infatti,
Renzi e compagnia cantando, in più occasioni hanno affermato che non
solo non sono stati diminuiti i finanziamenti alla Sanità pubblica,
ma che sono stati addirittura incrementati ed hanno snocciolato
queste cifre: “Nel 2013 erano 106, nel 2014 erano 109,
quest'anno sono 110 e nel 2016 saranno 111 miliardi di euro”.
Ma
l'accordo tra Stato e Regioni del 2013, quindi preesistente a questo
governo, aveva previsto per questo triennio queste cifre: per il
2014, 109,5 miliardi di euro e non 109. Per il 2015, 113,4 e non 110.
Mentre per il 2016 sono previsti 115,3 e non 111 miliardi.
E
così delle due l'una: o il presidente dimissionario della Conferenza
delle Regioni, Chiamparino, che parlava di furto è un imbroglione
che fa il gioco delle tre carte, oppure Renzi e soci, continuano a
prendere per il culo gli italiani mentendo spudoratamente.
Personalmente
sono per la seconda.
Poi
sempre Renzi, ha dichiarato: “La Sanità è l'unico comparto in
cui dal 2002 ad oggi c'è stato un aumento del 40%.
Falsa
pure questa cifra: secondo i bilanci dello Stato dal 2002 al 2014,
l'aumento della spesa sanitaria è stato del 28,2%, quasi nullo se si
sconta l'inflazione.
Ma
rimane una categoria che di questi tagli se ne fa un baffo perché
hanno una mutua privata: sono i parlamentari in carica, come pure gli
ex, assieme ai parenti e conviventi anche omosessuali.
Infatti,
i deputati con 526,66 e i senatori con 540,27 euro mensili, vengono
rimborsati per qualsiasi tipo di prestazione sanitaria, dalle visite
specialistiche a pagamento, e quindi senza i tempi biblici cui devono
sottostare i comuni mortali, alle lenti degli occhiali da vista.
Questo
privilegio possono allargarlo ai propri coniugi, ai figli, ai
conviventi anche dello stesso sesso, pagando un sopraprezzo di 50
euro, si avete capito bene, solo 50 euro in più per tutta la
famiglia.
Mentre
per i normali sudditi di questo Paese, quando richiedono una visita
specialistica in una struttura pubblica, devono attendere tempi
biblici come quella signora incinta che voleva prenotare un'ecografia
ostetrica che dovrebbe essere effettuata entro la 13esima settimana
di gestazione e al Cup le hanno risposto che il primo posto libero
era dopo sette mesi.
Nel
frattempo la donna ha probabilmente partorito!
Oppure
quella bambina catanese, Nicole, che a tre ore dalla nascita viene
colta da una grave crisi respiratoria e negli ospedali di Catania non
c'erano posti adatti per la sua patologia e così hanno cercato e
trovato un posto libero solo in un ospedale di Ragusa a 3 ore di
viaggio!
Purtroppo
Nicole non ce la fatta ed è morta nell'ambulanza.
Queste
sono situazioni che gridano vendetta al Cielo!
E
questi fatti vergognosi
certamente aumenteranno,
fintanto si taglieranno
risorse alla Sanità pubblica.
E
molti di voi che mi state seguendo, sicuramente avrete vissuto
esperienze simili per cui, pretendere l'ottimismo a tutti i costi
anche sulla Sanità pubblica come vorrebbe il bullo fiorentino, alla
lunga, non solo è fuori luogo, ma diventa alquanto molesto.
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