giovedì 14 aprile 2016

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 14 aprile 2016


Il copione è sempre lo stesso sia che governi Berlusconi oppure Renzi: quando la magistratura tocca il potere politico al più alto livello, scatta la voglia di disciplinare le intercettazioni e le loro pubblicazioni nei media.
I giornali vengono accusati di pubblicare intercettazioni ancora segrete e che dovrebbero rimanere tali.
Ma è giusto ricordare che nel caso dello scandalo petroli di Potenza in prima pagina su tutti i quotidiani e TV, non c'è stata nessuna fuga di notizie: erano atti pubblici dopo le ordinanze di custodia cautelare, dunque noti sia dagli arrestati che ai loro avvocati, per cui non è stato violato nessun segreto istruttorio.
Eppure, nell'ultimo Consiglio dei ministri, il bullo fiorentino ha chiesto al ministro della Giustizia Orlando, di velocizzare l'iter della legge sulle intercettazioni già approvata dalla Camera lo scorso dicembre.
Il quale s'è messo subito sull'attenti, sparando cose tipo: “Scappano conversazioni private da tutte le parti e la riforma (sulle intercettazioni) è ferma al Senato da 8 mesi”, (ora) “va accelerata perché è condivisa”.
Ma ora Renzi, impressionato dallo sconcerto che hanno creato nella gente le intercettazioni della magistratura di Potenza, sembra abbia fatto marcia indietro.
Comunque sia, rimane in piedi, come una spada di Damocle, il DDL approvato alla Camera, che sarà brandito alla prossima retata di personaggi della Casta padrona.
Un disegno di legge che bloccherebbe la pubblicazione di intercettazione telefoniche e ambientali di soggetti terzi che non rientrano con l'indagine della magistratura, come pure quelle ritenute di carattere personale.
Insomma molti retroscena sui comportamenti della Casta padrona, se questo DDL andasse in porto così com'è passato alla Camera, non li conosceremmo mai più.
E questo sarebbe un bel guaio per i cittadini, perché come diceva Einaudi: “bisogna conoscere per deliberare” e conseguentemente bisogna conoscere per dare il proprio consenso politico con cognizione di causa.
Anche perché, ad esempio, le intercettazioni intercorse tra l'ex ministra Guidi e il suo compagno Gemelli, il principale indagato dell'inchiesta potentina, non sono, come dice Renzi, dei “pettegolezzi sulla loro vita privata”.
Gemelli è accusato dai Pm di Potenza di “traffico di influenze illecite” per il suo rapporto privato con la Guidi, per cui il rapporto tra i due non è più una loro questione privata, ma è diventato un fatto pubblico.
Il perché è evidente.
Quando la Guidi risponde al suo compagno: Dopo tutti i favori che ti ho fatto, mi tratti come una sguattera del Guatemala”, emerge un chiaro segnale di sudditanza dell'ex ministra verso questo Gianluca Gemelli che la spinge a comportamenti istituzionali poco chiari per agevolare i suoi affari.
E questi fatti i cittadini hanno il diritto di conoscere.
Come abbiamo pure il diritto di conoscere il linguaggio che usano tra loro.
Sentite la prosa della Guidi in una intercettazione telefonica con Gianluca Gemelli, chiedendovi scusa in anticipo per il linguaggio scurrile: “Dì ai tuoi amici che mi sono accorta che nonostante tutte le loro balle, io ho in casa un pezzo di merda (riferendosi al suo viceministro al ministero dello Sviluppo, De Vincenti), e siccome la merda non me la prendo io per paragli il culo al loro amichetto... lo tratto da pezzo di merda...Non è che facciamo un favore a De Vincenti, allora stiamo meglio hai capito? E io non mando a puttane come ho già rischiato di fare un pezzo della mia roba per fare un favore a tutta la combriccola lì. Claudio De Vincenti è un pezzo di merda”.
Poi sempre parlando di De Vincenti, ora sottosegretario alla Presidenza, colpevole di averla scavalcata convocando al ministero a sua insaputa l'AD dell'Eni Claudio Descalzi, l'ex ministra tuona:
Per parlare di cose di cui non dovrebbe neanche parlare. Sono incazzata per avermela fatta sotto il naso. Mi ha preso per il culo per sette mesi e i tuoi amici c'hanno preso per il culo uguale”.
Insomma, un linguaggio da scaricatori di porto, senza offesa naturalmente per questi lavoratori.
Per cui, anche se queste intercettazioni dovessero essere penalmente irrilevanti, i cittadini hanno il pieno diritto di conoscere questo modo di esprimersi dei loro governanti.
Perché non dimentichiamolo, l'articolo 54 della Costituzione recita che: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi”.
Per poi continuare con una prescrizione molto chiara: I cittadini cui sono affidati funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.
A me non pare proprio che questo articolo costituzionale sia stato rispettato dalla Guidi visto ciò che sta emergendo dall'indagine di Potenza.
Occhi aperti dunque, quando questa squalificata classe politica ci racconta la favola che bisogna regolamentare le intercettazioni per salvaguardare il diritto alla privacy dei cittadini.
Non abbocchiamo come degli stupidi gonzi.
Comunque rimane sempre valido il vecchio detto popolare:
Male non fare, paura non avere”.

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