giovedì 7 luglio 2016

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 7 luglio 2016


L'Italia è un Paese corrotto fino al midollo, ormai non ci sono dubbi!
Ogni giorno la magistratura fa retate di ladri, di mafiosi, di malavitosi di tutte le risme.
Se non ci sarà una decisa sterzata a questo grave stato di cose, l'Italia è destinata ad impoverirsi ulteriormente sia economicamente che civilmente e i poveri non potranno che aumentare.
Non che negli ultimi decenni del secolo scorso le cose andassero tanto meglio rispetto al disastro attuale.
Abbiamo avuto un presidente del Consiglio che fino al 1980 era in combutta con la mafia siciliana, mentre un altro è fuggito alla galera scappando dall'Italia, morendo poi da latitante.
Ma erano comunque altri tempi.
La Società Civile d'allora, reagiva alle illegalità compiute dal Potere manifestando nelle piazze, dandosi una speranza per un futuro migliore.
Mentre ora i cittadini paiono anestetizzati, rimangono inerti davanti a scelte politiche e scandali che dovrebbero far indignare le persone perbene.
A questo proposito, lo scrittore Italo Calvino, nel 1980 aveva pubblicato un “Apologo sull'onestà nel Paese dei corrotti”, per descrivere la società italiana d'allora, ma che calza a pennello, purtroppo, anche sull'Italietta attuale.
Per cui ve lo leggo, sintetizzando molto per questioni di tempo.

C’era un Paese che si reggeva sull’illecito.
Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere.
Ma questo sistema aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti.
Così tutte le forme d’illecito si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilità, compattezza e coerenza, e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico, senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto.
(Vediamo tutti i giorni pontificare nei media, senza un benché minimo senso di vergogna, personaggi come Berlusconi, Formigoni, Verdini, Bossi e via cantando, gente condannata o sotto processo per fatti gravissimi).
Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici, gli abitanti di quel Paese, non fosse stato per una categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti.
Erano costoro onesti non per qualche speciale ragione, erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso.
La loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno col lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione di altre persone.
Mi pare una denuncia perfetta dei nostri mali.
Come quando Renzi invita Ala, il gruppo di Denis Verdini, agli incontri di maggioranza per preparare le riforme sulla Giustizia, mi fa cadere le braccia, per non dire altro.
Riformare il Codice Penale con Verdini, l'ex braccio destro del condannato di Arcore, è una grande presa per il culo per quegli italiani che non hanno portato il cervello all'ammasso.
Pensate, i partiti che sostengono il governo Renzi, che si riuniscono per riformare la Giustizia assieme a Verdini, condannato in primo grado a due anni di galera per corruzione e con altri cinque processi sul groppone ancora per corruzione, frode allo Stato, bancarotta fraudolenta e altre amenità simili, è una presa in giro stomachevole.
A questo punto, potrebbero pure invitare Totò Riina, per studiare insieme le leggi per sconfiggere le mafie.
Stanno uscendo delle intercettazioni nell'ambito della retata di Roma in cui sono coinvolti importanti esponenti della casta padrona, dalle quali emerge che il fratello del ministro Alfano è stato assunto in una società delle “Poste” a 160mila euro annui, grazie ai buoni uffici della cricca arrestata, mentre il padre, sempre di Alfano, ha inviato a questa cricca, 80 curriculum di amici per farli assumere sempre dalle “Poste”.
E poi le “Poste” per risparmiare chiudono gli uffici periferici!
Vergogna!
Casini (sì è ancora vivo e lotta insieme a noi), su questo schifo sdottoreggia: “Questa roba contro Angelino (Alfano) non sta in piedi. Diciamo che il sospetto di una congiura viene. Per colpire Renzi? Mah qua non si capisce più nulla...”.
Anche il capogruppo pidiessino Ettore Rosato lo difende: “Alfano sta facendo bene il suo lavoro ed è pretestuosa la richiesta di dimissioni”.
Mentre Angelino Alfano, su questa fogna dichiara: “Sono scarti di un'inchiesta maneggiati per uso politico” e poi minaccia Renzi di aprire una crisi di governo perché non lo difende!
Su 54 parlamentari, Alfano se ne ritrova 19 coinvolti in inchieste giudiziarie, il 35%, neanche nei quartieri più malfamati si trova una percentuale simile.
Questi sono i compagni di viaggio di Renzi e del suo governo.
Viene difficile pensare che elementi simili facciano “cambiare verso” al Paese, come dice uno slogan del bullo fiorentino.
E poi vige la regola del ricatto incrociato, io so che tu rubi, ma so anche che tu sai che io rubo, per cui l'omertà domina a tutti i livelli del Potere.
Per cui non conosco alternative: questa classe politica avida e ricattabile, dev'essere spazzata via, altrimenti per questo Paese non c'è speranza di salvezza.
Ma per alcuni il problema dei problemi del Paese è l'immigrazione.
Mah!!











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