venerdì 30 settembre 2016

La Giustizia è "più uguale" per la casta padrona


Due istituti di credito vicini a noi hanno fatto strame delle più elementari regole etico – finanziarie, come la Banca Popolare di Vicenza e la Veneto Banca di Montebelluna.
E Gianni Zonin, l'uomo che per oltre vent'anni è stato il dominus della popolare vicentina, sta attualmente comodo in una delle sue lussuose ex residenze.
Dico ex residenze perché questo signore oggi pare sia nullatenente avendo ceduto tutte le sue attività e proprietà ai famigliari, per evitare che un giorno un tribunale lo condanni a pagare in solido per la gestione “allegra” della banca.
Poi l'Espresso rivela che il Consiglio Superiore della Magistratura, ha aperto anche un'indagine sulla procura vicentina, per vederci chiaro su due archiviazioni di inchieste giudiziarie che riguardavano Zonin risalenti al 2001 e al 2008.
Mentre un ex Pm sempre della procura di Vicenza, Antonio Fojadelli, chiese e ottenne nel 2002 un'altra archiviazione di un'altra inchiesta sempre su Zonin e poi, nel 2014, questo Pm è entrato nel consiglio di amministrazione di una società controllata dalla banca vicentina.
Altro caso: Manuela Romei Pasetti, nel 2012 è entrata nel consiglio di una banca siciliana controllata sempre dalla Popolare di Vicenza, appena pochi mesi dopo aver lasciato la presidenza della Corte d'Appello di Venezia competente per Vicenza,
Scrive Lirio Abbate sull'Espresso, “C'è la procura di Roma che, dopo che la procura di Treviso ha mandato i fascicoli dell'inchiesta, chiede e ottiene l'arresto dell'ex AD di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, mentre altre procura, per gli stessi reati, hanno il passo lento, moscio da far passare nel dimenticatoio le indagini”.
Chissà, forse Lirio Abbate si riferiva anche alle procure di Treviso e di Vicenza.
Diceva Andreotti che di queste cose se ne intendeva:
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”...
Alcuni risparmiatori della banca vicentina che hanno perso tutto ciò che avevano investito in sue azioni e obbligazioni si stanno chiedendo:
Perché Consoli è in galera e Zonin no?”.
Ora il CSM sta indagando il capo della Procura di Treviso, Michele Dalla Costa, perché vuol vederci chiaro se l'azione della procura trevigiana riguardo la Veneto Banca, sia stata, diciamo, poco incisiva dopo che nel 2013 gli ispettori della Banca d'Italia avevano sollevato forti dubbi sulla correttezza gestionale della banca.
Perché, si chiede il consigliere regionale veneto, Bottacin, dopo l'ispezione della Banca d'Italia, che inviò una relazione preoccupata sullo stato dell'istituto bancario, la procura di Treviso ha aspettato due anni prima di muoversi?”.
Anche perché certe costose manie di grandezza della banca erano visibili a occhio nudo.
La sede centrale di Montebelluna, scrive la “Tribuna di Treviso”, era come entrare a Wall Street, dove si respira opulenza con bagni in alabastro, con quadri, lampadari del valore di centinaia di migliaia di euro.
Sul tetto un giardino pensile e all'interno un lussuoso ristorante.
Una sede costata la bellezza di 24 milioni.
E poi 150 auto di rappresentanza e un jet privato da 10,7milioni di euro, un gioiello da sette passeggeri ed una autonomia di 4500 chilometri.
Consoli, a chi gli chiedeva spiegazioni sull'acquisto rispondeva:
E' utile per far risparmiare tempo ai manager”. (Ma va)
Addirittura la Veneto Banca, che sponsorizzava la Juventus, aveva dei posti riservati in tribuna nello stadio juventino.
Ecco, con tutto questo spreco ben visibile e la relazione negativa della Banca d'Italia, la procura di Treviso per due anni non ha voluto o potuto metterci il naso, bloccando e arrestando chi permetteva questo scempio etico-finanziario.
Al contrario, c'è il caso riferito da Roberto Saviano di quel pianista abruzzese, Fabrizio Pellegrini di 47 anni, malato di fibromialgia o sindrome di Atlante, che porta insonnia, spossatezza e dolori muscolari fortissimi.
Per alleviare questi sintomi, potrebbe avere accesso all'uso della cannabis terapeutica (la marijuana), che dovrebbe essere a carico del servizio sanitario dell'Abruzzo, regione in cui è residente.
Ma la legge è disattesa in Abruzzo, per cui Pellegrini non potendo spendere 500euro mensili per l'acquisto della droga in Olanda, ha deciso di piantare della marijuana a casa sua.
Per questo motivo è stato arrestato e sbattuto in galera dall'11 giugno fino al 2 agosto, quando poi è passato ai domiciliari.
In prigione le sue condizioni si sono notevolmente peggiorate.
Per alleviare i dolori, visto che in carcere non possono usare la marijuana, ha assunto dei farmaci antidolorifici di cui è allergico....
Cosa pensare dopo questi casi.
Alcuni mandano in fumo i miliardi dei risparmiatori come nel caso di Zonin e continuano ad abitare nelle loro ville milionarie, mentre se metti a dimora alcune piantine di marijuana, si spalancano le porte del carcere anche se queste servono per alleviare i dolori di una patologia grave.
Forse, e dico forse per carità, per la casta padrona la legge “è più uguale” rispetto ai semplici cittadini, visto che loro continuano a banchettare senza problemi e senza ritegno alle nostre spalle, con pochi o nessun problema giudiziario...
Sarebbe tempo di svegliarci.

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