Lettera
personale al dott. Corrado Augias
Caro
Augias, sono, fin dalla sua nascita, un fedele lettore di Repubblica.
Purtroppo, da qualche tempo, forse da quando è stato cambiato il
direttore, sto pensando di rinunciare ad acquistare il quotidiano sul
quale scrive.
Il
perché è presto detto.
Repubblica,
era il giornale che si era battuto con più veemenza e coerenza
contro il berlusconismo imperante degli ultimi decenni, mentre oggi
si è appecorato al renzismo vincente figlio del berlusconismo
come molti giornali nazionali, dimenticandosi di essere stato un
foglio laico, libero e indipendente da chi ci governa.
Ma
quello che mi crea più fastidio, è la faziosità contro il M5S.
Da
quando la Raggi si è insediata in Campidoglio, Repubblica
dedica ogni santo giorno paginate intere.
Articoli
su articoli che trasudano una animosità inconsueta e poco onesta
intellettualmente verso la sindaca di Roma e quindi verso il
movimento politico cui appartiene, indegno per un quotidiano al quale
ero fedele lettore proprio per la sua obbiettività.
Tra
le tante colpe cui Repubblica accusa la sindaca della
capitale, è la sua impreparazione, la sua incapacità a governare
una città difficile come Roma, dovuta al fatto che lei non ha
nessuna esperienza politica essendo una neofita.
Infatti,
il suo curriculum politico vanta solo una breve esperienza come
consigliere d'opposizione nella passata legislatura Marino.
Ma
non mi pare che la stessa accusa sia stata rivolta a Renzi quando ha
scippato la presidenza del Consiglio a Enrico Letta.
Eppure,
Renzi non era mai stato parlamentare, non era mai stato sottosegretario
o ministro di qualche governo, la sua esperienza amministrativa si
era fermata alla presidenza della provincia di Firenze e a quella di
sindaco del capoluogo toscano.
E
poi nessuno ha sottolineato sufficientemente i suoi errori, come ad
esempio la nomina a capo del legislativo del governo, il comandante
dei vigili urbani di Firenze quando Renzi era sindaco della città,
nomina poi cassata perché questa signora non aveva i titoli per
ricoprire quel ruolo.
E
di questi esempi, di questi errori ne potrei citare a decine, eppure
non hanno fatto notizia come nei casi in cui la Raggi ha toppato.
Ma
la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che mi ha spinto a
scriverle, è il suo ennesimo attacco nella sua rubrica delle
“lettere” di giovedì 6 ottobre, riguardante la sindaca della
capitale e sulla sua rinuncia alla candidatura di Roma per le
olimpiadi del 2024.
Rispondendo
al lettore che gli chiede riferendosi alla Raggi:”... ha
detto di temere i lavori pubblici fonte di corruzione. Domanda: se
ti dichiari incapace di combattere la corruzione, che ti sei fatta
eleggere a fare?”.
Lei
risponde:”Il discutibile lavoro fin qui svolto da
Virginia Raggi, dice una cosa molto semplice: l'insoddisfazione e il
fastidio verso i vecchi partiti (chissà
perché Augias)
ha raggiunto tali livelli che chiunque si presenti proclamandosi
antagonista di quel sistema ha ottime possibilità di essere
eletto...Secondo: con quale animo i dirigenti 5Stelle, conoscendola,
hanno mandato allo sbaraglio una donna che, fino ad ora, ha dato
prove così modeste”.
Caro
Augias, il No alle olimpiadi non è stato deciso solamente per la
paura della corruzione ormai endemica nel Paese con picchi che a Roma
conosciamo, “remember Mafia-capitale?”, ma anche perché
questa città è stata ridotta nelle condizioni che conosciamo da
quelle amministrazioni che hanno governato negli ultimi decenni,
amministrazione che secondo i suoi parametri, erano preparate a
governare molto di più della Raggi.
La
sindaca, durante la campagna elettorale, ha più volte
ribadito che se veniva eletta avrebbe detto
No alle olimpiadi.
Che
la città ha altre priorità, come risanare la società
dei rifiuti, dei trasporti, delle periferie abbandonate ecc.,
questo c'era nel suo programma.
Invece
lei, Augias, continua con la mezza verità che la decisione negativa
alla candidatura è dovuta alla sua paura che la malavita dei
colletti bianchi banchetti con i soldi pubblici.
Una
mezza verità è una menzogna caro Augias.
Proprio
il No alle olimpiadi dimostra che la Raggi è decisa a rendere la
nostra capitale decente ed il perché è presto detto: se avesse
accettato la candidatura di Roma per le olimpiadi del 2024, la sua
figura sarebbe stata apprezzata dai quei poteri forti, dai giornali
di qualche palazzinaro, dai Malagò, dai Montezemolo e da tutta
quella fauna che in questi anni si è sollazzata con il denaro
pubblico.
Io
non so se la sindaca di Roma vincerà la scommessa di rendere più
europea una città ormai con caratteristiche mediorientali.
Quello
che è certo, farà meglio dei suoi predecessori.
Ai
media spetta il compito di pungolarla e sostenerla affinché renda
Roma una degna capitale europea.
Ma
senza avere nostalgia dei professionisti della politica, visti i
disastri economici ed etici che hanno e stanno combinando nel Paese.
Cordialmente.
Anilo
Castellarin
P.S.
Alle Europee ho votato il PD e quindi per Renzi, e non ho mai votato
per il M5S e non sono mai stato un loro aderente.
Ecco
la risposta di Augias
“Gentile
Castellarin, difendere la competenza della Raggi è impresa generosa
ma disperata. Speriamo tutti che impari e si adegui al terribile
incarico in cui è stata gettata”.
Boh!!
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