Ho trovato
strano che “Pordenonelegge” abbia invitato Palamara, anche se il libro scritto dall’ex magistrato assieme a
Sallusti, ha venduto oltre 300mila copie.
Molti nomi
che sono stati fatti nel libro li hanno querelati. Ad altri, Palamara ha
chiesto scusa per averli diffamati.
Viviamo
davvero in una repubblica delle banane se un imputato per fatti gravissimi, può
parlare liberamente in una vetrina così importante.
Ricordo che
Palamara è stato cacciato dalla magistratura, dopo aver occupato ruoli di primissimo
piano, per avere tramato assieme a dei parlamentari per sistemare in ruoli
apicali nelle Procura magistrati di loro gradimento.
I tribunali
hanno agli atti delle intercettazioni che lo riguardano che fanno rabbrividire i cittadini per bene.
Eppure lui
si piange addosso e dice: “Sono stato
fatto fuori perché non accettavo il sistema”. Incredibile. Lui che assieme
a dei politici importanti, è stato intercettato mentre discuteva su chi mandare
nelle Procure più importanti del Paese e nel suo libro si permette, senza
vergogna, di affermare che “il sistema interno alla magistratura è
alimentato da interessi che si intrecciano con la politica e determinano a chi
assegnare incarichi dove mettere magistrati amici che al momento opportuno
possano eseguire la strategia di potere decisa da alte sfere”.
E allora mi
chiedo: se l’imprendibile capo mafioso, Matteo Messina Denaro, scrivesse un libro
con uno pseudonimo sulla mafia parlandone in termini positivi e avesse
successo, “Pordenonelegge” lo inviterebbe, visto che non ci sono sue foto
recenti e quindi non sarebbe riconoscibile dalle forze dell’ordine?
Mah!!
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