giovedì 4 gennaio 2024

Repetita Iuvant

So che non è elegante, ma penso sia utile ripubblicare il post del mio blog del 14 gennaio 2016. Mi sembra sia interessante per capire certe dinamiche politiche della Lega e di Salvini.

Pietro Salini è l'Ad della Webuild, l'ex Impregilo, che Salvini a messo a capo delle aziende che dovrebbero costruire il Ponte sullo Stretto. 

Dopo la lettura di questo vecchio mio post, credo che capiremo meglio alcune cose!! 

Eccolo.

Testo della mia "L'Isola" a TPN del 14 gennaio 2016

Come promesso giovedì scorso, grazie allo scoop del Fatto Quotidiano, quest'Isola racconterà un retroscena attraverso alcune intercettazioni telefoniche della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, tra Isabella Votino, ex portavoce di Maroni, alcuni politici di primo piano e Pietro Salini, amministratore delegato della più grande impresa di costruzioni italiana la Salini- Impregilo, l'azienda capofila del consorzio Eurolink che si è aggiudicato l'appalto da 3milardi e 800milioni di euro per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina, voluto dal governo Berlusconi.
Pietro Salini, attraverso l'interessamento anche della Votino, stava tentando di incassare dallo Stato, la penale di UN MILIARDO DI EURO per la mancata costruzione del Ponte sullo Stretto.
Infatti l'appalto prevedeva che se entro 540 giorni dall'approvazione del progetto, lo Stato non faceva partire l'opera, Eurolink poteva chiedere la risoluzione del contratto incassando questa gigantesca cifra.
E questo termine scadeva il 2 novembre 2012 con al governo Monti.
Ma a poche ore della scadenza, Monti, con un decreto, proroga il progetto del Ponte ed evita così allo Stato la pesante sanzione.
Il 2 novembre, Salini chiama la Votino per avere informazioni: vuole sapere se quel decreto ministeriale è entrato in vigore.
L'ex portavoce di Maroni, risponde che si informerà al ministero dell'Interno, con il capo di gabinetto, Giuseppe Procaccini, conosciuto al tempo in cui Maroni era ministro, per sapere se il decreto di Monti è entrato in vigore con la firma di Napolitano.
Salini: “No quello non mi interessa...Basta che non l'ha fatto oggi per me è già sufficiente...domani è sabato, no...Io sabato faccio comunque la lettera e li ho FOTTUTI”.
Ma, fortunatamente per noi contribuenti, il decreto del governo Monti entrò in vigore nei tempi giusti.
Ma entro 60 giorni il decreto del Governo dev'essere convertito in legge pena la sua decadenza e la Votino vorrebbe che la Lega Nord sostenesse gli interessi della Salini- Impregilo, presentando un emendamento che blocchi la cancellazione delle penali.
E fu così che il 10 dicembre 2012, chiamò Manuela Dal Lago, parlamentare della Lega Nord, nonché presidente della Commissione Attività produttive: “Vorrei sapere, (chiede la Votino), qual è la nostra posizione sul Ponte di Messina”.
Lei risponde: “Noi siamo sempre stati contrari al Ponte”.
Anche questo è una novità, la Lega Nord non voleva il Ponte sullo Stretto!
Votino allora spiega alla Dal Lago che “non è la questione del Ponte, ma il punto è un altro: la penale...”.
In seguito furono coinvolti dalla Votino altri personaggi istituzionali, ma alla fine, Monti, per evitare che qualche partito prepari un emendamento e rimetta tutto in discussione, mette la fiducia sul decreto e il MILIARDO DI EURO che Salini voleva FOTTERE agli italiani, è andato in fumo.
In genere non uso il verbo FOTTERE perché lo ritengo volgare, ma è il termine usato da Pietro Salini, l'amministratore delegato della Salini- Impregilo.
Certo però, cercare di FOTTERE UN MILIARDO ALLO STATO, (per capirci meglio, 2mila miliardi di vecchie lire), coinvolgendo dei partiti e delle Istituzioni al più alto livello, è una mostruosità che lascia sbigottiti.
Confrontiamo ora questo fatto con un altro che pare arrivi da un altro mondo, mentre accadde nella stessa Repubblica dei Votino e dei Salini.
E' un episodio che vi avevo raccontato in un'altra Isola, ma oggi lo riprendo perché rende bene l'idea di come funziona la giustizia in questo Paese.
Dorel Bancila è un romeno di 57 anni, incensurato che vive e lavora a Roma.
La mattina del 29 settembre del 2012, in uno spelacchiato parco pubblico all'estrema periferia della capitale, l'uomo raccoglie da terra e stacca dai rami più bassi dei pini, 22 pigne.
Un gesto che gli costerà caro.
Infatti, mentre stava compiendo il grave misfatto, il delinquente è stato sorpreso, quindi in piena flagranza di reato, da due vigili che hanno identificato l'energumeno e sequestrato il corpo del reato: le 22 pigne!
Può sembrare incredibile, ma ora Dorel Bancila rischia una condanna da 3 a 10 anni di carcere, per furto aggravato di un bene pubblico.
Inoltre, sempre secondo la legge, ci sono due circostanze aggravanti: l'uomo ha usato violenza al pino staccando alcune pigne dai rami e perché il luogo è considerato uno spazio di pubblica utilità.
Queste due aggravanti, impediscono al giudice di derubricare le accuse applicando il principio della tenuità del danno.
E ora vorrei fare una riflessione con voi: non trovate che questi due fatti, il tentativo di FOTTERE un miliardo allo Stato da parte della casta padrona e il trattamento subito da Dorel Bancila per 22 pigne, siano la dimostrazione plastica che in questo Paese si potrebbero usare le parole pronunciate da Alberto Sordi nel film “Il marchese del Grillo”, quando, rivolto al popolino romano disse:
A me dispiace.... Ma io so io, e voi non siete un cazzo”.
Io penso, sia giunta l'ora di svegliarci prima che sia troppo tardi e mandare a quel paese i pifferai magici e gli apprendisti stregoni che nascondendosi dietro a degli stupidi slogan ci raccontano un mondo che non esiste.
Ma forse potrebbe essere già troppo tardi.

P.S. Quest'Isola non è esattamente quella che ho presentato a TPN, perché ho dovuto fare qualche taglio per mancanza di tempo.






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