Il New Yorker, un importante settimanale americano, facendo i nomi degli esecutori e i nomi dei morti, ha rivelato una strage di civili perpetrata dai soldati americani durante la guerra in Iraq. Il 19 luglio del 2005 lungo la strada che porta verso Haditha, un convoglio dei marines incappa in una bomba. L’esplosione uccide il caporale Miguel Terrazas. Dopo la morte del loro compagno, i soldati hanno ucciso per rappresaglia 24 persone e la giustificarono sostenendo fossero dei miliziani irakeni. Invece cinque erano dei passanti che si recavano all’università a Baghdad. Per poi entrare in tre case uccidendo tutti coloro che erano all’interno tra cui donne e bambini, il più piccolo dei quali aveva 3 anni.
Hanno numerato
i cadaveri e registrato la scena con una macchina fotografica.
Poi sono arrivati
altri militari e anche loro hanno immortalato la scena.
Quando questo
inutile, vigliacco massacro viene in qualche modo conosciuto dal presidente americano George W. Bush, questi si è mosso e quattro marines di quel gruppo furono accusati di omicidio volontario. In seguito le accuse
verso loro sono cadute e questa macelleria inumana cadde nell’oblio.
Ecco questo
è un chiaro esempio che dimostra ancora una volta che la prima vittima in una
guerra è la verità.
E una piccola
chiosa finale: gli Usa dicevano che hanno fatto la guerra all’Iraq per cacciare
Saddam Hussein e portare la Democrazia in quel Paese. Mi chiedo: con questi
metodi?
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