Hanno una faccia di bronzo da paura.
Giovanni
Toti, l’ex presidente della Liguria dimessosi dopo lo scandalo, in una
trasmissione televisiva ha detto: “Un
patteggiamento non è un’ammissione di colpa. Sono stato accusato di essere Al
Capone, poi è uscito fuori che Toti non ha mai preso un euro”. Cioè
patteggiare 25 mesi di carcere per corruzione con interdizione dai pubblici
uffici da innocente è veramente da coglioni. Oppure il Toti non la racconta
giusta.
Ad esempio,
il sito del ministero della Giustizia spiega che: “ (il) Presupposto del patteggiamento è l’implicita ammissione di
colpevolezza da parte dell’imputato”.
Mentre la
Corte di Cassazione: “La richiesta di
accettazione della pena deve essere considerata come ammissione del fatto”.
E poi una
chicca che ha ricordato Travaglio. Circa un anno fa, Salvini ad un giornalista
che gli chiedeva se nel processo Open Arms potrebbe patteggiare, il prode
leghista ha risposto: “Non ho nulla di
cui pentirmi o su cui patteggiare, non sono mica un delinquente!”. Urca!
Nel
frattempo Toti ha patteggiato per un altro reato per altri 6 mesi di carcere.
Io penso che
Toti o è un sadico che gode a farsi male, oppure (come la pensa chi sta
scrivendo) è un corrotto e che, in uno Stato civile, dovrebbe stare nelle
patrie galere a pagare per la sua condotta truffaldina.
Insomma,
abbiamo un’informazione ed una classe politica che dell’etica e dell’onesta
pubblica si pulisce dove non batte il sole. Povera Italia.
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