La guardia di Finanza ha arrestato in flagranza di reato Paolino Iorio, direttore generale della Sogei, un’azienda dello Stato. In questa indagine sono state arrestate 18 persone. Evidentemente un’indagine importante che deve aver occupato diversi Pm per arrivare a beccare in flagranza di reato il dg e gli altri. Tant’è che coinvolge anche il personaggio che si definisce il “referente in Italia di Elon Musk”, l’uomo più ricco del mondo in ottimi rapporti con la Meloni. Ora sarà la magistratura che deciderà su questo ennesimo caso di corruzione.
Ovviamente
per arrivare a prendere col “sorcio in bocca” il dg della Sogei, è del tutto
chiaro che sono servite mesi e mesi di intercettazioni. Non si può entrare in
un ufficio nel momento in cui l’uomo stava mettendosi in tasca la mazzetta di
15mila euro della corruzione dalle mani di un imprenditore.
Per cui sorge
spontanea la domanda: se fosse stata in vigore la nuova legge voluta da Nordio
che prevede fino ad un massimo di 45 giorni di intercettazioni e poi con
difficoltà enormi poterle eventualmente prolungare, questa indagine si sarebbe
potuta fare, ottenendo in tal modo l’arresto del delinquente mentre prendeva la
mazzetta?
No, come
diceva anche il procuratore capo di Genova Pinto sul caso Toti. Per cui anche Iorio
sarebbe ancora al suo posto e molto probabilmente continuerebbe a delinquere
incassando corpose mazzette.
Ecco che
quando si dice che questa nuova regola sulle intercettazioni serve per
l’impunità dei reati dei “colletti bianchi”, si dice solo la realtà dei fatti.
Credo che
Nordio e questa destra dovrebbero vergognarsi.
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