martedì 19 novembre 2024

Ponte: Salini vs. Salvini....

Pietro Salini, ad dell’Impregilo ora Eurolink capofila delle aziende che dovrebbero costruire il Ponte sullo Stretto, in una intercettazione telefonica del 2 novembre 2012 con Isabella Votino, ex portavoce dell’ex ministro leghista Maroni, chiedeva lumi sulla possibilità che lo Stato, dopo il blocco dell’opera voluto dal governo Monti, gli dovesse pagare la penalità del valore di centinaia di milioni di euro. Parlando con la Votino, Salini si espresse così faccio un sunto: se il decreto non è entrato in vigore oggi 2 novembre 2012 col quale blocca la costruzione del Ponte, ed essendo l’ultimo giorno utile per lo Stato per non pagare le penalità, domani è sabato faccio una lettera e li ho fottuti. Usò esattamente questo termine con la l’ex portavoce di Maroni!

Ebbene, oggi è sempre questa azienda Eurolink gestita sempre da Salini che, se il Ponte si dovesse fare, ma ne dubito molto, gestirà decine di miliardi pubblici. Un personaggio che ci voleva FOTTERE un miliardo!!

Ed è tutt’ora in causa con lo Stato per reclamare una penale di 700milioni di euro!

In questi giorni, prima ancora di iniziare i lavori veri e propri, sono uscite nuove cifre sul Ponte. Ora il costo previsto ha già superato i 15 miliardi.

 Eppure Salvini ha fretta ripristinando i contratti con le relative penali con l’Eurolink di Salini. E poco importa che secondo la normativa europea si dovrebbe fare una nuova gara internazionale, perché il costo dell’opera dopo oltre dieci anni è raddoppiato. E dichiara pure che il Ponte sullo Stretto è un’opera prioritaria.

Già oggi ci costa decine di milioni per pagare innanzitutto i vertici della Società Ponte di Messina che grazie a un decreto sempre voluto da Salvini, ricevono dei compensi che superano il tetto previsto per le aziende statali che è di 240mila euro annui.

Poi ci sono motivazioni insormontabili che fanno dubitare che quest’opera si possa realizzare. Come l’altezza stessa che non permetterebbe il passaggio delle petroliere e delle grandi navi da crociera. E poi i tiranti in acciaio di un diametro di un metro e 26 centimetri che con le capacità attuali non è possibile fare le prove di resistenza e quindi collaudare. Senza dimenticare che l’opera sorgerebbe su uno dei territori più sismici del Paese.

Ma il capolavoro, si fa per dire, di Salvini è un decreto che se dovessero, ma si può dare per certo, intervenire complicazioni tecniche o ambientali sul progetto esecutivo, i lavori verranno spezzettati in “fasi esecutive”, per cui si potranno espropriare comunque i terreni per aprire cave, discariche, gallerie, strade anche se poi il Ponte non si farà. Potremmo quindi spendere miliardi per distruggere un ambiente naturale in un’area del Paese molto delicata, senza che il Ponte veda la luce. Un fatto incredibile!

E poi l’ultima chicca voluta dal ministro Piantedosi e quindi del Cazzaro verde. E’ vietato  manifestare anche pacificamente contro chi si batte contro le grandi infrastrutture e quindi pure il Ponte sullo Stretto, punibili anche con il carcere.

E lo dico sottovoce, visto che non si ferma neppure davanti a dei fatti inoppugnabili, si potrebbe pensare che Salvini difenda degli interessi personali, ma di quale genere non lo so. (Chiarisco: ho detto pensare)

Svegliamoci prima che sia troppo tardi.

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