Ma questi ministri si sentono quando parlano?
Mi riferisco
all’ultima performance del ministro
dell’Istruzione Valditara.
Durante la
presentazione della Fondazione voluta dal padre di Giulia Cecchettin, uccisa
dal suo ex, nel suo intervento da remoto ha detto delle frasi sul
“patriarcato”che fanno sorridere amaro: “Il
fenomeno giuridico del patriarcato è finito con la riforma del diritto di
famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia, la
famiglia fondata sull’uguaglianza”. Boom!!
E poi ancora
il Nostro eroe: “(Giulia) è stata vittima
di una visione ideologica che non mira mai a risolvere i problemi, ma ad
affermare una personale visione del mondo”. Per continuare: “Le violenze sessuali sono legate a forme di
marginalità e di devianza discendenti dall’immigrazione illegale, è sbagliato
far finta di non accorgersene”.
Cioè, questo
ministro leghista ha approfittato dell’evento per sparare la solita litania
contro l’immigrazione clandestina. Una miserabile meschinità durante una
presentazione di una Fondazione che propone ben altro.
Ha risposto
per bene al ministro la sorella di Giulia, Elena che sui social ha scritto: “… cosa ha fatto quest’anno il governo?
Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e
creare qualcosa di buono per il futuro? … la Fondazione porta il nome di una
ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, se si ascoltasse
non continuerebbero a morire centinaia di donne in Italia ogni anno”.
Spero che il
ministro abbia compreso la lezione impartitegli da questa ragazza, ma dubito
molto.
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