A proposito
di politici inaffidabili e corrotti, ecco un caso emblematico.
Gianfranco Miccichè
da trent’anni è l’uomo forte di Forza Italia in Sicilia. Ex senatore ed ex
Presidente dell’Assemblea regionale siciliana.
E’ accusato
di aver usato l’auto blu per scopi non istituzionali.
Come ad esempio:
comperare farmaci, sigarette, portare il proprio gatto Paki dal veterinario, lasagne fresche per un compleanno, acquistare pesce
fresco, acquisto di piante grasse, visite mediche, cene, in aeroporti naturalmente
con l’autista che soddisfaceva ogni sua richiesta. Mario Di Ferro, un
ristoratore palermitano, ha patteggiato 4 anni di carcere per droga ed ha
ammesso di aver ceduto cocaina allo stesso Miccichè.
L’accusa
della Procura di Palermo a Miccichè è di truffa aggravata e peculato per aver
usato l’auto di servizio in maniera spregiudicata per fini personali, per la
sua famiglia e per suoi collaboratori.
Anche l’autista
è accusato di truffa aggravata perché avrebbe falsificato le dichiarazioni
sulle missioni.
Questi sono
i fatti, ed ecco cosa ha risposto il Miccichè riguardo alle accuse della
Procura alla sua segretaria che era preoccupata per la visita della Finanza all’Assemblea
regionale siciliana: “Stai tranquilla che
sul peculato, proprio, no puonno (ce la possono) sucare altamente”.
E’ certo che
ad uno dei personaggi più potenti dell’isola, non possono fare niente. La legge,
cui devono sottostare i comuni cittadini, per questi rappresentanti della razza
padrona viene interpretata non applicata.
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